Sarà la scoperta di un nuovo rapporto, oppure il ricordo di qualche bel momento che per necessità si è dovuto trascurare, oppure, infine, una grande noia. Cosa potranno fare i genitori che da un giorno all'altro si trovano in casa i loro bambini per colpa di questo virus che ha costretto alla chiusura asili e scuole? Come premessa, direi che non si deve nascondere la noia, facendo balenare intrattenimenti meravigliosi da intraprendere insieme: anzi, la noia in queste circostanze è un grande aiuto pedagogico. Generalmente i bambini non sono entusiasti di alzarsi presto alla mattina per andare a scuola e se, auspicabilmente, ci vanno senza fare storie, dipende dal fatto che hanno capito che a loro non resta che svegliarsi e muoversi. Adesso, finalmente, si realizza il loro grande sogno: tutti a casa. Ma per fare cosa? I genitori se li trovano lì e non sanno che pesci prendere: loro, invece, sognano l'ufficio, con la speranza che rimanga aperto. Ma se anch'esso viene chiuso? Meglio non nascondere l'incapacità di intrattenere i propri bambini, lasciare che si annoino, così capiranno quanto sarà bello ritornare a scuola, rimanendosene un po' lontani da casa. Ma ci sono anche genitori che dicono: Questa tragedia del corona virus mi ha fatto ritrovare un magnifico rapporto con i miei 2 figli, che purtroppo avevo dovuto trascurare. C'è da credere. In queste circostanze, il genitore, più facilmente la mamma, può dimostrare ciò che nel segreto del suo cuore ha sempre pensato: E' meglio lei degli insegnanti. Ecco, allora, tutti i libri di scuola sul tavolo e incomincia il ripasso, senza trascurare di andare avanti col programma, così il figlio farà la sua bella figura, tornando a scuola. Grazie a chi? Ovviamente alla mamma. Se lei avrà qualche indecisione, le consiglio la musica. Ci sono ottimi libri propedeutici alla conoscenza della musica che nei nostri programmi scolastici è trascurata, così come sfogliare qualche bel volume di storia dell'arte, ripassando le eccellenze della nostra cultura, consente di formare il gusto. E' ciò che si chiama educazione estetica. Non sempre il mondo delle arti piace ai piccoli e meno piccoli. Allora il bravo genitore passerà alle scienze. Vorrei che si lasciassero da parte i giochi matematici: troppo ossessivi. Ci vuole, invece, un grande atlante astronomico e, se possibile, un cannocchiale, anche modesto. Insegnare ai bambini ad alzare gli occhi al cielo, fa scoprire il fascino dell'infinito e dell'eterno. In quello sguardo verso l'alto si raccoglie il sentimento della bellezza e lo stupore nel sentirsi una piccola cosa difronte all'immensità del 3 cosmo. In una società tutta basata sul proprio io, non è sbagliato imparare a ridimensionare quell'io in modo che si apra a un grande noi. Non vorrei trascurare il genitore che va nel panico, trovandosi per la prima volta a tu per tu con il figlio, generalmente affidato ad altri. Questo tipo di genitore, prima di impegnarsi in tutto quello che faranno le mamma o i papà coi libri di scuola, di musica, d'arte e di astronomia, sarà bene che incominci a giocare a Shangai coi figli.
Dovrà armarsi di santa pazienza, mano ferma, precisione, ammissione dell'errore: in questo gioco i genitori sono generalmente un disastro; i bambini di una terribile bravura. Se papà e mamma riescono a giocare a Shangai per due ore di fila coi loro figli, accettando la sconfitta, saranno all'altezza di trascorrere con loro intere giornate con grande fantasia e in assoluta armonia.
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