La tragedia del Mottarone

Sequestrato dai nonni o portato al sicuro? L'udienza decide il destino di Eitan

Ma sull'affidamento del piccolo sopravvissuto della funivia è lite continua

Sequestrato dai nonni o portato al sicuro? L'ultima udienza decide il destino di Eitan

A Tel Aviv è ripresa ieri la terza e ultima udienza a porte chiuse sul caso di Eitan, il piccolo di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, adesso conteso tra le due famiglie di origine. In aula erano presenti Aya Biran, zia paterna e affidataria della tutela del bambino, e il nonno materno Shmuel Peleg. C'era anche la figlia Gali Peleg, sorella della mamma di Eitan, che in Israele ha chiesto l'adozione del piccolo. La tragedia si trascina già da tempo. Il Tribunale il 24 settembre aveva ordinato una custodia congiunta alle due famiglie come soluzione provvisoria. Era stato anche stabilito un rigido silenzio stampa per tutelare Eitan da pressioni e clamore. La giudice Iris Ilotovich Segal dovrà stabilire se il caso di Eitan rientra nelle fattispecie previste dalla Convenzione dell'Aja sulla sottrazione dei minori, firmata sia da Italia sia da Israele.

Il nonno materno è indagato a Pavia per sottrazione di minore in concorso con la nonna e sua ex moglie Esther Cohen e con un terzo cittadino israeliano, che lo avrebbe aiutato a raggiungere in auto la Svizzera, dove nonno e nipote hanno preso un aereo privato per Tel Aviv. Proprio per stabilire se la decisione del nonno, che ha portato via il nipote all'insaputa della zia, abbia violato la Convenzione dell'Aja e se il bambino debba rientrare in Italia, la giudice ha ascoltato gli esperti nominati dalle famiglie. I Peleg però sono convinti che non ci sia stato alcun rapimento perché i suoi genitori volevano riportare Eitan in Israele che è la sua vera casa. Il nonno chiede che il bambino resti in Israele per farlo crescere nel rispetto della sua identità ebraica. La famiglia Peleg sta cercando di dimostrare che Israele è il luogo naturale di residenza del bambino visto che i genitori avevano programmato il rientro e stavano già cercando un appartamento e la scuola per i figli. Aya Biran, la zia paterna, da giorni è in Israele, invece chiede alla corte di poter riportare Eitan in Italia.

La nonna Esther Cohen, che aveva protestato per essere stata esclusa dall'udienza precedente, si era sfogata già con i giornalisti ricordando che nel crollo della funivia ha perso tutta la famiglia e se Eitan dovesse rientrare a Pavia rischierebbe di perdere anche lui. Il bambino ha anche la cittadinanza italiana grazie a lei, che ha lontane origini livornesi. Durante il lockdown la nonna materna ha trascorso molti mesi con la figlia, il genero che studiava medicina come la sorella, anche lei medico e laureata a Pavia, Eitan e il fratellino, che non è sopravvissuto.

Nonostante il doloroso e travagliato procedimento in corso, le due famiglie si dicono «in buoni rapporti».

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