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Servizi sanitari scolastici e liquidità per lo Stato: perché il Mes è decisivo

Con il fondo si potrebbero aiutare imprese e lavoratori e coprire i costi dell'emergenza

Servizi sanitari scolastici e liquidità per lo Stato: perché il Mes è decisivo

I governatori delle Regioni hanno un elevato interesse al Mes sanitario, per le loro gravose situazioni. Anche allo stato dovrebbe interessare sia per i servizi sanitari scolastici e, in primis, per erogare tempestivamente i pagamenti per le casse integrazione straordinarie e per indennizzare le imprese che con il decreti ministeriali subiscono chiusure che causano loro gravi danni. Ecco dunque che è necessario dire di «sì» a questo Mes con la regola aurea di Salomone del 50% a ciascuno: «fifty» alle Regioni e «fifty» allo Stato.

Se ciò fosse accaduto per tempo, non ci sarebbero stati i danni che abbiamo avuto, dal punto di vista sanitario e quelli che abbiamo avuto dal punto di vista dell'economia. È un errore supporre che sanità ed economia siano due obbiettivi contrapposti. Lo sono solo quando si ignora che esiste l'economia sanitaria, una scienza che appare fra le discipline della facoltà di medicina, ma che non pare sia molto apprezzata dal governo attuale, che nel suo comitato tecnico scientifico non ha inserito nessun esperto economico.

La cultura dirigista del Ministro Speranza, ex comunista, fa sì che lui decreti restrizioni senza curarsi del danno agli operatori dell'economia di mercato, imprese, lavoratori autonomi e dipendenti, proprietari di immobili, risparmiatori e banche. La sanità è un bene pubblico, ma si avvale di mezzi economici, particolarmente scarsi, in tempo di pandemia e di malattie invernali.

Il premier segrega, senza curarsi degli effetti economici, poi fa delle concessioni, con un ruolo di «Grande fratello», ma mancano i soldi per i costi economici, che il Mes sanitario può dare. Il Pd e i 5 Stelle litigano su di esso e dicono «Ni» per guadagnar tempo. Ecco invece che se ci fosse stato e ci fosse il Mes sanitario metà allo Stato e metà alle Regioni, lo Stato non solo avrebbe avuto ed avrebbe più soldi liquidi per pagare tempestivamente le Casse integrazioni, potrebbe fornire più mezzi alle scuole statali per far fare i tamponi agli studenti e al personale e dare indennizzi extra al personale per orari straordinari, doppi turni, indennità di sede, supplenti. Lo Stato e le Regioni avrebbero più mezzi per rifornirsi tempestivamente di vaccino influenzale e distribuirne alle farmacie, su incarico dei medici delle Asl. Le code ai tamponi che si stanno vedendo sono ignobili, perché danneggiano l'efficacia del servizio che essendo inefficiente, diventa un disservizio. I servizi per i tamponi andrebbero accresciuti, impiegando anche le aziende sanitarie private e le farmacie, per conto delle pubbliche istituzioni. E poi c'è il ritardo nei risultati, perché i laboratori delle città con molte richieste di tamponi sono congestionati e manca una logistica per decentrare le analisi a laboratori pubblici e privati anche in altre località.

Servono i soldi del Mes sanitario per affrontare adeguatamente la questione. Uno dei maggiori rischi di contagi è nei trasporti pubblici. Il distanziamento in essi evita o riduce di molto i rischi di contagio, ma accresce i costi del trasporto generando gravose perdite aziendali.

Se i servizi di trasporto non sono frequenti si determinano assembramenti fra chi attende di salirvi con rischio contagi. Servono più mezzi di trasporto pubblici di proprietà pubblica o noleggiati nel settore privato e sovvenzionati dallo Stato e dalle Regioni. È tardi, ma meglio tardi che mai.

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