Astana - Nursultan Nazarbayev resterà capo del partito di Unità nazionale ( Nur Otan) e primo presidente della nazione. Ma 28 anni dopo, il Kazakistan, l'ex Repubblica dell'Unione Sovietica, si prepara ad eleggere il successore del capo di Stato che ha guidato il Paese, dal 1991, anno dell'indipendenza, fino ad oggi. L'uscita di scena del presidente Nazarbayev, con le dimissioni rassegnate il 19 marzo del 2019, ha sorpreso un po' tutti gli analisti. Però dietro la mossa di Nazarbayev, si nasconderebbe la volontà di accompagnare la Nazione verso un processo di transizione e normalizzazione. E non è un caso che l'ex presidente abbia conservato la poltrona di capo del partito e di primo presidente della Nazione: due ruoli che gli consentirebbero in ogni caso di vigilare sul processo di transizione e intervenire in caso di deriva.
Al netto delle ipotesi, l'unica certezza che il popolo kazako, un miscuglio di etnie (russa, kazaka, mongola), nella giornata di oggi si recherà al voto per eleggere il nuovo presidente. La corsa verso le elezioni appare tranquilla. La capitale, Astana (ribattezzata Nur-Sultan), è un cantiere aperto, tra infrastrutture e autostrade che proiettano il Kazakistan sulla via della Seta con la Cina. «É un momento storico per la Nazione» ha commentato Roman Vassilenko, ministro per gli Affari esteri, incontrando ieri al stampa internazionale. In lizza per vincere la partita storica ci sono 7 candidati. La Commissione centrale ha approvato la conformità di 7 candidati che si sfideranno nel voto presidenziale di oggi. Per il verdetto ufficiale bisognerà, però, attendere il 15 giugno. Quando sempre la commissione proclamerà il nuovo presidente. Ma già dopo la mezzanotte di oggi si conoscerà il nome del candidato che avrà raccolto il maggior numero di voti.
Il partito di Unità nazionale, quello del presidente uscente Nazarbayev, schiera Kassym-Zhomart Tokayev, 65 anni, attuale presidente del Kazakistan: nominato il 23 aprile dal partito al potere Nur Otan a sostituire Nazarbajev fino alle elezioni di giugno. Prima della nomina a Presidente del Kazakistan, Tokayev era presidente del Senato.
A guidare il Senato è andata Dariga Nazarbayeva, figlia dell'ex presidente. In molti ipotizzavano la candidatura della figlia del leader per la presidenza: ipotesi poi smentita. Il partito d'Unità nazionale punta su Tokayev che sembra il favorito a raccogliere l'eredità del capo di Stato che ha trasformato un villaggio agricolo in una Nazione con il maggior la maggiore ricchezza pro capite al mondo. Tesoro inestimabile del Kazakhstan sono le sue risorse minerarie.
Il Kazakhstan è il sesto paese più grande del mondo in termini di risorse minerarie. Tra i più importanti: petrolio, gas, uranio, zinco, tungsteno, bario, argento, piombo, cromo, rame, fluoriti, molibdeno e oro. Un solo esempio: Kashagan, un gigantesco giacimento di petrolio nel mar Caspio. É considerato tra i più grandi degli ultimi decenni. Il Paese è anche il più importante produttore di energia dell'Asia Centrale.
Tra gli sfidanti di Tokayev anche Dania Espayeva, esponente del partito Democratico Ak Zhol e prima donna a candidarsi alla presidenza. Altro volto dell'opposizione nell'era è Toleutai Rakhimbekov, candidato presidenziale del partito Auyl.
Completano la rosa dei candidati: Sadybek Tugel, del movimento repubblicano Uly Dala Qyrandary (Aquile della grande steppa), Amangeldy Taspikhov, candidato della Federazione kazaka dei sindacati (KFTU), il vice segretario del Comitato centrale del partito comunista popolare del Kazakistan (CCPK) e deputato della Mazhilis Zaambyl Akhmetbekov e, infine, Amirzhan Kossanov, giornalista e membro del movimento unificato nazionale e patriottico Ult Tagdyry (Destino della nazione).
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