
Finalmente arriva un po' di poesia sulle passerelle di Milano dove s'è visto di tutto tranne quel certo non so che di poetico e commovente per cui ci si addentra nei territori del sogno senza ragionare solo di soldi e potere. Molto del merito va a Pierre Louis Mascia, designer francese di origini italiane che ha presentato una collezione ispirata a Les Enfants du Paradis, il film girato nel 1945 da Marcel Carné con la sceneggiatura di Jacques Prevert. "La mia idea era parlare degli intrecci amorosi e delle pene che ne conseguono, della nostalgia e del bisogno di partire dal passato per capire il futuro" racconta lo stilista mostrando i suoi patch di motivi come la toil de jouy, un disegno di perle e perline degli anni '20, pizzi e merletti ottocenteschi stampati su tela e tutti i disegni animalier che si possono immaginare. Stavolta, però, i colori vengono come sfiniti fino a diventare quasi ombre o memorie di una bellezza trascorsa ma non finita. Tra scialli, borse di seta (sei, una più bella dell'altra) caftani, giacche e cappotti spicca un'incredibile camicia di jeans fatta stampando il denim su seta. Diversa ma ugualmente bella la sfilata di Daniele Calcaterra che ha la poetica del fare nel DNA. "Dopo 10 anni di sfilate a Milano ho deciso di mandare una lettera d'amore a ciò che mi piace" dice poco prima di far sfilare le sue gonne-scultura fatte con 4 metri di tessuto eppure facili da portare, le sue forme imponenti e ben strutturate che poi si stringono sul punto vita dettando una nuova silhouette. Tra i molti debutti di questa fashion week uno dei più riusciti è quello di Louise Trotter da Bottega Veneta, marchio che sta per compiere 60 anni di storia che la bravissima stilista inglese ha già cominciato a celebrare. Anche lei torna al passato per meglio progettare il futuro prendendo in esame il lavoro di Laura Braggion (prima donna direttrice creativa del brand) e poi studiando il celebre motivo della pelle intrecciata ideato da Renzo Zengiaro, uno dei fondatori del marchio nel 1966.
Poi Trotter cambia le proporzioni dei modelli più classici giocando tra linee e materie morbide all'esterno con interni molto strutturati. La cosa più divertente è che nel mondo della moda si diceva che lei fa bene i vestiti, non le borse. Invece ha fatto una delle migliori collezioni di Milano e le borse più desiderabili della stagione.