Roma La caccia è aperta. Se nelle altre battaglie congressuali Matteo Renzi è stato sempre il più bravo a raccogliere consensi fuori dal Pd, ora si attrezzano anche gli altri due candidati alla segreteria, Michele Emiliano e Andrea Orlando.
Proprio il ministro della Giustizia, ieri al Teatro Eliseo con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, sta collezionando endorsement all'interno del partito, non solo tra gli ex Ds, ma anche tra i cattolici provenienti dalla Margherita. È quello che si muove nella sinistra al di fuori del Pd, però, il vero boccone ghiotto. Nonostante Orlando abbia detto di voler «cambiare le regole per l'elezione del segretario», per vincere il congresso bisogna darsi da fare su tutti i fronti. E in questo senso non è stata casuale la presenza di autorevoli sostenitori della mozione Orlando alla presentazione del Campo Progressista di Giuliano Pisapia (che proprio ieri ha punzecchiato Renzi sottolinenado che «la sinistra sta con i lavoratori e non con Marchionne»). Il sindaco di Bologna Virginio Merola, cuperliano, rilancia infatti «il dialogo con tutte le forze di centrosinistra». Un dialogo che può partire solo se Orlando diventasse segretario o se «Renzi vincesse il congresso con un margine non troppo ampio», sussurrano gli orlandiani in cerca di sponde con Pisapia in funzione delle primarie aperte. Una zona grigia a metà tra le varie sinistre radicali e il Pd, «che guarda a Orlando e farà arrivare anche dei voti», dice uno dei sostenitori del Guardasigilli. Un'area che a Roma e non solo fa riferimento al vice presidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio. Con il governatore Nicola Zingaretti che sta lavorando all'interno del partito e metterà in moto la sua rete per tirare la volata a Orlando grazie ad un network di comitati «Zingaretti per Orlando».
Anche l'altro sfidante di Renzi Michele Emiliano punta sui voti «esterni» e sui delusi M5S. Emiliano, che ha raccolto nelle ultime ore appoggi importanti, come Filippo Penati in Lombardia e il senatore cattolico Beppe Lumia in Sicilia, continua a scommettere sulla sua figura di «Grillo del Pd». E fa rete con una serie di associazioni ambientaliste, a partire dai comitati No Triv, in prima linea nella campagna referendaria anti-trivelle.
Il governatore pugliese ha incontrato, insieme al leader di Possibile Pippo Civati, i vertici degli ambientalisti di Green Italia, un'associazione di fuoriusciti da Legambiente. E allo stesso tempo, soprattutto in Calabria, Basilicata e Puglia, «si sta guadagnando il sostegno di importanti imprenditori», dicono dal Pd. Tutto e il contrario di tutto.
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