
Non è stato ieri "l'8 settembre" di François Bayrou, sfiduciato dall'Assemblea Nazionale con un voto schiacciante, ma il momento esatto in cui, meno di nove mesi fa, aveva accettato l'incarico dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Troppi gli errori commessi, politici, finanziari e sociali, dall'Eliseo. L'Assemblée gli ha negato la fiducia con 364 voti, solo 194 i sì.
Ci ha provato il centrista a convincere l'aula: abito blu, cravatta nera e un sorriso diplomatico non sono bastati. La Francia "non deve accettare la sua sottomissione ai creditori", ha detto nell'intervento, premettendo che non si sarebbe schierato con nessuno dei due partiti, "perché il momento che stiamo vivendo è molto importante per il Parlamento e per il modo in cui i francesi vedono il Parlamento". Ha inoltre criticato aspramente la "congiunzione di forze" che pochi istanti dopo lo avrebbe fatto cadere, ma lo stesso Bayrou si era schierato a sinistra nel 2006 per rovesciare il primo ministro di allora Dominique de Villepin.
"Il presidente ha una sola opzione: indire nuove elezioni", ha attaccato Marine Le Pen, secondo cui "alternanza non è una parolaccia; è un elemento normale della democrazia". Il capogruppo di Rassemblement national nella sua arringa ha chiesto a Macron di sciogliere l'Assemblea per evitare, ha detto, "la situazione di stallo istituzionale del Paese e consentire il funzionamento democratico", aggiungendo che se ci sarà uno scioglimento, accetterà il verdetto delle urne, "se il popolo ci onora con un mandato chiaro, ovvero una maggioranza assoluta, andremo a Matignon per attuare un programma di ripresa nazionale". La candidata alla presidenza ha attaccato a testa bassa il premier: "Non puoi piangere davanti alle telecamere per le conseguenze dei misfatti che hai commesso - ha continuato - È davvero un modo curioso di scrollarti di dosso i debiti di cui sei responsabile, i deficit di cui sei responsabile, il crollo generale di cui sei colpevole".
Dello stesso avviso il leader del partito di sinistra La France insoumise, Jean-Luc Mélenchon che su X ha scritto: "Bayrou è caduto. Vittoria e sollievo popolare. Macron è ora in prima linea di fronte al popolo. Anche lui deve andare". È un fuoco incrociato di accuse e critiche di merito il dibattito in aula. "Più di 2mila bambini nascono, vivono e muoiono per strada, insieme a 350mila senzatetto, un livello mai visto dal dopoguerra - denuncia Mathilde Panot, deputata del movimento La France insoumise - Il macronismo è una fabbrica di abusi sui minori, ma se seguite il vostro esempio, questi bambini avrebbero dovuto ereditare. Con voi, il denaro arriva solo alla nascita, ai nati bene".
Un salvagente all'Eliseo arriva dai socialisti, secondo cui un'altra strada politica è possibile: "Non quella di Macron, che ci ha condotto in questa impasse avvisa il leader Boris Vallaud - siamo pronti a prendere le nostre responsabilità con la sinistra e gli ecologisti in uno spirito repubblicano e parlamentare". Negli stessi minuti a Nantes centinaia di persone sono scese in strada per festeggiare la caduta del governo.
"La caduta di Bayrou commenta al Giornale l'eurodeputato di FdI Carlo Fidanza, vicepresidente di Ecr party - consegna la Francia a una nuova fase di instabilità e di difficoltà finanziaria che può causare problemi anche al resto d'Europa.
Da osservatori esterni, nel pieno rispetto del dibattito politico francese, osserviamo che procrastinare sine die l'agonia di governi senza maggioranze politiche coese pur di non restituire la parola ai cittadini rischia di prolungare questa fase di dannosa instabilità", conclude.