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Lo sfogo di Crosetto sui pro Pal: "Ho denunciato tutti gli schifosi che ci collegano al genocidio"

Il ministro: "Kiev ha vinto perché è sopravvissuta". Fazzolari elogia l'asse sul Mef tra Meloni e Giorgetti

Lo sfogo di Crosetto sui pro Pal: "Ho denunciato tutti gli schifosi che ci collegano al genocidio"
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Ad Atreju, la festa politica di Fratelli d'Italia, la scena se la prende Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, intervistato da Marco Travaglio, trasforma il dialogo in un confronto serrato su Ucraina, Nato e politica estera, senza scorciatoie dialettiche. "Io non ho mai creduto a chi diceva che l'Ucraina avrebbe spezzato le reni della Russia. Nessuno ha mai creduto che l'Ucraina avrebbe potuto vincere la guerra, ma l'Ucraina la guerra l'ha vinta nel momento in cui è sopravvissuta", spiega il ministro della Difesa. Crosetto si dice "deluso", perché sono stati "gli Usa" a intervenire "per trattare una pace nel cuore dell'Europa". E ancora: "La mancanza dell'Europa al tavolo dei negoziati è frutto della debolezza dell'Europa e della sua incapacità di parlare con una voce sola. Se domani gli Stati europei dicessero che c'è una persona a rappresentare tutto il negoziato, né Trump né la Russia potrebbero dire di no". Crosetto invita però anche a pesare la credibilità dell'interlocutore. "Putin parla di pace ma ha tirato 1.200 missili sull'Ucraina, ieri anche, domani anche. Da mille giorni questo uomo geniale parla di pace e della volontà di non far male a nessuno e invece continua a colpire scuole e ospedali. Il 93% degli obiettivi è civile". Travaglio tocca il tema dell'allargamento della Nato a Est e rilancia la tesi, a lui cara, secondo cui sia una delle cause della guerra. "Sembra vero ed è anche bello da dire, ma io ho il dramma di essere troppo razionale" replica Crosetto. "La Svezia, Paese non allineato e non schierato per 70 anni, ha chiesto di entrare nella Nato. Lo ha fatto dopo l'invasione ucraina e ci sono voluti due anni e mezzo. Se nazioni libere e democratiche decidono di aderire a un'alleanza esclusivamente difensiva, stanno accerchiando qualcuno o si stanno difendendo da chi hanno paura?". Infine il passaggio sull'accusa di essere complice di genocidio per Gaza. "Chi accusa me e la presidente Meloni di complicità nel genocidio voglio che paghi tutta la vita. Ho firmato la denuncia contro tutti gli schifosi che affiancano me e Giorgia Meloni alla parola genocidio".

In contemporanea in un altro panel Giancarlo Giorgetti e Giovanbattista Fazzolari si confrontano con il direttore del Messaggero Roberto Napoletano sul momento economico dell'Italia, rivendicando la solidità fiscale e la coerenza di scelte non scontate. Con un annuncio: "Domani l'emendamento sull'oro verrà formalizzato. Ho chiarito a Christine Lagarde che volevamo codificare un principio nelle leggi dello Stato Italiano". Il ministro rivendica il valore dell'avanzo primario, definendolo "un principio morale: non lasciare un euro di nuovo debito alle future generazioni". Giorgetti insiste poi sul tema della fiducia dei mercati, "patrimonio conquistato giorno per giorno con serietà". Uno spread più basso, ricorda, "non vale solo per l'anno prossimo ma per molti anni, a beneficio di famiglie, imprese e dei futuri governi". Accanto a lui, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, sottolinea il rapporto maturo instaurato con gli italiani, a dimostrazione che "la buona politica può fare scelte impopolari perché gli italiani sono più consapevoli di quanto si creda".

Il sottosegretario evidenzia anche un altro punto cardine: la compattezza dell'asse tra Palazzo Chigi e il Mef. "Questo governo ha superato il vecchio gioco delle parti tra premier e ministro dell'Economia. Oggi ogni decisione viene presa insieme e rivendicata dalla politica".

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