Sfregio a Martina, cade un reato per gli accusati

Prescritta un'imputazione per i due che volevano stuprarla. Verso uno sconto di pena

Sfregio a Martina, cade un reato per gli accusati

Firenze Per sfuggire a un tentativo di violenza sessuale, cadde dal balcone di un hotel e morì. Adesso uno dei due reati per i quali sono imputati due studenti aretini è andato in prescrizione, e per la famiglia della studentessa genovese Martina Rossi scomparsa in tragiche circostanze a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011 il dolore è più vivo che mai, reso ancora più insopportabile da una giustizia che ha il sapore della beffa. «Non si può prescrivere un omicidio dopo tutto quello che è successo, è una decisione pesantissima da digerire» è lo sfogo amaro di Bruno Rossi, padre di Martina, dopo che la Corte d'Appello di Firenze ha dichiarato estinta per prescrizione l'accusa di «morte in conseguenza di altro reato», a 7 anni e mezzo dai fatti. Per questo reato erano alla sbarra Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, entrambi originari di Castiglion Fibocchi, nell'aretino. Il colpo di scena nel processo di secondo grado è avvenuto ieri nel capoluogo toscano, dove si tiene il giudizio d'appello dopo che, per i due, il primo verdetto era stato di colpevolezza. In apertura di seduta il presidente della sezione della Corte, Angela Annese, ha «sollevato» i giovani da una delle due accuse, rinviando il processo al 25 settembre prossimo. Per i magistrati, vista la prescrizione sopraggiunta, si sarebbe persa l'urgenza del procedimento: così è stato deciso il rinvio , per dare precedenza ad altri procedimenti.

Secondo l'accusa, in quel maledetto agosto di 8 anni fa Martina precipitò dal balcone al sesto piano dell'hotel Santa Ana, nelle Baleari, mentre cercava di fuggire da un tentativo di violenza sessuale. Lo scorso dicembre i due imputati erano stati condannati in primo grado a 6 anni di reclusione, sia per l'accusa adesso dichiarata prescritta sia per il reato di tentata violenza. In caso di condanna anche in appello, per i due la pena si dovrebbe quantomeno dimezzare. E non è tutto: se l'episodio dovesse essere derubricato da tentata violenza di gruppo a violenza di un singolo - come chiedono i difensori dei due aretini - allora in quel caso la prescrizione potrebbe estendersi a entrambi i reati. Se invece il principale capo d'accusa restasse invariato, la prescrizione scadrà nell'agosto 2021, data entro la quale non è scontato che la Corte arrivi a pronunciare una sentenza. All'udienza ieri a Firenze era presente per la prima volta uno degli imputati, Vanneschi, così come i genitori di Martina, Bruno e Franca. Secondo quanto ricostruito durante il processo di primo grado i due amici, ospitata la giovane in camera, avrebbero tentato lo stupro e Martina, per sfuggire, precipitò dal balcone. Per la difesa, invece, Martina Rossi si sarebbe suicidata. Le autorità spagnole liquidarono l'accaduto come suicidio dopo aver trovato Albertoni e Vanneschi nella stanza.

Della tragedia si era occupata anche Chi l'ha visto: oltre a mostrare fotografie inedite in cui si notavano sul corpo della studentessa graffi ai fianchi ed ecchimosi a uno stinco e a un polso, i genitori ribadirono: «Martina non aveva motivo di togliersi la vita».

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