Shutdown, ripresa a rilento. E l'intesa fa scoppiare i Dem

Accordo in Senato: fondi fino al 30 gennaio, il voto sull'"Obamacare" sarà a dicembre. L'opposizione si spacca. Aeroporti ancora nel caos

Shutdown, ripresa a rilento. E l'intesa fa scoppiare i Dem
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Una fragile intesa bipartisan si avvia a porre fine alla paralisi del governo federale più lunga nella storia degli Usa, ma la tregua sta mettendo a dura prova la tenuta del partito democratico.

Al termine di un fine settimana di negoziati, domenica sera è stato raggiunto un accordo al Senato per finanziare il governo federale fino al 30 gennaio e interrompere lo shutdown: in base all'intesa il voto sull'Obamacare - fulcro della battaglia in Congresso - è stato scorporato e avverrà a dicembre. Un gruppo di democratici si è schierato con i repubblicani in una votazione procedurale, aprendo la strada a un dibattito formale: l'intesa prevede anche una misura alla quale l'Asinello teneva particolarmente, ossia la riassunzione dei dipendenti federali licenziati durante il blocco, e stabilisce che gli impiegati in congedo forzato ricevano una retribuzione retroattiva.

I mercati azionari sono saliti ieri celebrando la prospettiva della fine dello stop governativo, ma all'interno del partito all'opposizione ci sono parecchi malumori. Alcuni legislatori progressisti sono furiosi dopo che 8 senatori dem hanno votato insieme ai membri del Grand Old Party, e la vicenda rischia di riaprire le profonde divisioni che hanno agitato gli animi per tutto l'anno. Oltre a complicare il percorso per il via libera alla Camera (passaggio obbligato prima che la legge arrivi sulla scrivania di Donald Trump).

Il senatore del Connecticut Chris Murphy l'ha definito un errore, mentre il collega del Vermont Bernie Sanders ha parlato di "una pessima serata". Il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries ha affermato che il disegno di legge non riesce ad "affrontare in modo decisivo la crisi sanitaria repubblicana" e ha promesso di "combattere" il pacchetto: "Non sosterremo la legge sulla spesa presentata dai repubblicani del Senato che non estende i crediti d'imposta dell'Affordable Care Act", ha annunciato. E i deputati Ro Khanna della California e Seth Moulton del Massachusetts hanno accusato il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer (che ha votato no) di essere inefficace, chiedendone addirittura la rimozione. "Se non riesci a guidare la lotta per impedire che i premi sanitari salgano alle stelle, per cosa lotterai?", ha sottolineato Khanna.

La pressione per porre fine allo shutdown è cresciuta esponenzialmente negli ultimi giorni, mentre negli aeroporti americani scoppiava il caos, mettendo a rischio i viaggi del Ringraziamento per milioni di americani. Solo domenica sono stati cancellati circa 2.700 voli e almeno 10mila erano in ritardo, mentre le cancellazioni nella mattinata di ieri erano già a quota 1.600.

Il presidente Usa ha ordinato su Truth a tutti i controllori del traffico aereo di "tornare al lavoro, ora", minacciando chiunque non lo faccia di subire una "decurtazione" sostanziale. Al contrario, ha annunciato che per tutti i controllori di volo che "sono stati grandi patrioti e non si sono presi nessun giorno di permesso durante la finta chiusura del governo dei democratici" raccomanderà un bonus di 10mila dollari. Gli altri che "non hanno fatto altro che lamentarsi" li ha invece invitati, "se vogliono lasciare il servizio nel prossimo futuro", a farlo, ma "senza alcun pagamento o indennità di fine servizio".

Intanto il capo del sindacato dei controllori di volo degli Stati Uniti ha chiesto la fine immediata dello shutdown, mettendo in guardia contro i crescenti rischi derivanti dal lavoro non retribuito

degli addetti alla sicurezza. "Ora basta davvero", ha dichiarato Nick Daniels, presidente della National Air Traffic Controllers Association, definendo l'accordo che si profila al Congresso un "passo nella giusta direzione".

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