Ius soli rimandato a settembre. E chissà se a questo punto la legge vedrà mai la luce. La trappola nella quale Matteo Renzi voleva attirare il governo (sospetto condiviso da molti dentro e fuori maggioranza ed esecutivo) non ha funzionato. La fiducia sulla legge per la cittadinanza ai minori stranieri invocata dal segretario del Pd non è più un ipotesi sul tavolo. A chiudere il discorso è il premier Paolo Gentiloni, con il sostegno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Tenendo conto delle scadenze urgenti non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva. - dichiara Gentiloni- Si tratta comunque di una legge giusta. L'impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane».
A questo punto Gentiloni ha indicato l'unica strada percorribile per evitare incidenti al governo. Per la fiducia in Senato non c'erano numeri e senza fiducia non ci sono i tempi per l'approvazione. Dunque tra il rischio di far cadere l'esecutivo e quello di far slittare l'approvazione definitiva della legge a settembre la scelta era obbligata. Soprattutto dopo che il ministro degli Affari Regionali, Enrico Costa aveva minacciato di far cadere il governo in caso di fiducia sullo ius soli, ovviamente con l'appoggio di tutti i senatori di Area Popolare che, pur avendo votato il testo a Montecitorio, ora guardano a nuove alleanze in vista delle elezioni e non intendono comprometterle per la cittadinanza agli stranieri. E infatti il primo ad esultare per l'annuncio di Gentiloni è il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. «Il Presidente del Consiglio ha gestito la vicenda dello ius soli con realismo, buonsenso e rispetto per chi sostiene il suo governo. Apprezziamo molto - dice Alfano - Ribadiamo che su questo provvedimento abbiamo già detto sì alla Camera e lo stesso faremo al Senato dove una discussione più serena permetterà di migliorare il testo». Di segno opposti i commenti dei bersaniani. «Per noi lo ius soli è e resta una priorità. Ogni arretramento o rinvio è un errore. Soprattutto in questo momento. Nessun cedimento culturale alla propaganda della destra», dice il coordinatore di Mdp, Roberto Speranza. Protesta anche Sinistra Italiana. «Così affonda la propaganda e riemerge la realtà di questo Pd e di questo governo», dice Nicola Fratoianni.
Apprezzamento per la decisione di Gentiloni da Forza Italia. «É una scelta capace di rasserenare il clima politico e i lavori in Aula al Senato, già congestionato dalle tante scadenze - dice il presidente dei senatori azzurri, Paolo Romani - Ma ci auguriamo soprattutto che consentirà alle forze politiche un vero confronto sulle reali priorità ed emergenze del Paese». Soddisfatto anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: «La resa di Gentiloni sullo ius soli è una vittoria di Forza Italia», dice Gasparri mentre Matteo Salvini esulta per quella che ritiene «una vittoria della Lega».Sicuramente è una sconfitta per Renzi che sulla battaglia per lo ius soli ci aveva messo la faccia, come fa notare il capogruppo alla Camera degli azzurri Renato Brunetta, visto che fino a ieri il presidente del Pd, Matteo Orfini, aveva ribadito la volontà di andare avanti con lo Ius soli.
«Non ci importa di perdere voti», aveva detto Orfini pur riconoscendo che l'eventuale scelta della fiducia toccava al premier. E poco prima il ministro delle Politiche Agricole e vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, aveva difeso la legge pur confermando la volontà di sostenere le scelte di Gentiloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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