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Si avvita il caso Copasir. Salvini: "Dimettetevi tutti"

Meloni rivendica la guida: toccherà ai presidenti delle Camere decidere i nuovi componenti

Si avvita il caso Copasir. Salvini: "Dimettetevi tutti"

La presidenza del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza, continua ad agitare i rapporti nel centrodestra. Salvini invita il presidente, il leghista Raffaele Volpi (nel tondo) di area giorgettiana, a dimettersi e a smantellare il comitato, dando seguito alle dichiarazioni. «Apprezzo le parole del presidente Volpi, che pur di uscire dallo stallo dice di azzerare tutto e visto che tutto mi interessa tranne che le poltrone, piuttosto che bloccare tutto, per litigi e appetiti, meglio che si dimettano tutti» dice il segretario della Lega dopo l'incontro con il premier Mario Draghi.

Una pesante stoccata a Giorgia Meloni, il riferimento a «nomine, poltrone e appetiti». Lei replica subito: «Se mi interessassero le poltrone, sarei andata al governo». La presidente di Fdi rivendica la guida del Copasir, nonostante il precedente di Massimo D'Alema che nel 2011, dopo aver dato le dimissioni nel momento di passaggio tra governo Berlusconi e governo Monti, venne confermato al proprio posto, perché la Lega non rivendicò l'incarico. I presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel ricordare il caso D'Alema, hanno escluso un «atto autoritativo» per sciogliere la commissione. D'altronde, l'opposizione non è in grado di tutelare se stessa se non con l'ostruzionismo.

È accaduto ieri, quando il Copasir è tornato a riunirsi dopo settanta giorni e le diserzioni sono state numerose. Non si è presentato il vicepresidente Adolfo Urso, Fdi, «per non avallare un'interpretazione che viola la legge stravolgendo il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato», «sul controllo dei servizi segreti». Assente anche l'azzurro Elio Vito, che ha addotto simili posizioni di principio, mentre Claudio Fazzone di Fi ha spiegato la propria assenza con «motivi personali». La posizione ufficiale di Forza Italia rimane di mantenersi estranea allo scontro tra Salvini e Meloni, sui cui retroscena si è detto di tutto, dal timore della Lega di perdere il controllo su fascicoli delicati, in particolare riguardanti i rapporti con la Russia, alla contesa per una visibilità politica che porti anche voti ai due contendenti del centrodestra.

Raffaele Volpi, che ancora non si è dimesso da presidente, in una lunga lettera, propone due possibili soluzioni: azzerare il Comitato e procedere a nuove elezioni che riflettano la mutata situazione politica oppure modificare la legge. Dopo il via libera di Salvini, le dimissioni generali sembrano la via, anche se non è chiaro come sarà ricomposto il Copasir che per legge deve essere diviso in modo paritario tra maggioranza e opposizione: si parla di 5 alla maggioranza, 3 a Fdi e 2 al Misto. Alla Camera l'unico gruppo d'opposizione ufficiale è Fdi. Al Senato c'è la componente «L'alternativa c'è», composta dai dissidenti di M5S che hanno votato contro Draghi e che si è accordata con Idv per il simbolo. Se tutti si dimettessero, le nuove nomine toccherebbero ai presidenti delle Camere, così come la scelta dei criteri nella distribuzione dei seggi (se in base ai gruppi o anche ai singoli che non hanno votato la fiducia a Draghi).

Intanto Pd e M5s protestano: «Il Copasir non si trasformi in una palestra di esercizi muscolari interni al centrodestra».

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