Dodici anni dopo l'Argentina chiude la pagina Kirckner. Nel bene e nel male, la dinastia K, partita dalla provincia patagonica di Santa Cruz, ha influito, cambiato, modellato il Paese. Eppure nessuno avrebbe scommesso su di loro all'inizio. Nestor, quando nel 2003 si presentò alle presidenziali era praticamente nessuno. Anonimo governatore, avvocato prestato alla politica, gavetta non sempre limpida iniziata nel 1991 nella periferica Santa Cruz. Eppure funzionò. Una volta eletto, riuscì a rimettere in piedi un Paese caduto in una gravissima depressione economica, dopo il default del 2002. Una ripresa favorita dall'aumento del prezzo delle materie prime agricole di cui l'Argentina è forte esportatore. Più discutibile invece la linea di politica economica, un po' troppo dirigista, imposta al Paese negli ultimi anni. Al suo fianco sempre lei, Cristina, vero motore della coppia che doveva alternarsi al marito. Gli accordi erano chiari: prima lui, poi lei e poi ancora lui. Ma il destino ha cambiato le cose con la morte di Nestor nel 2010. Cristina poteva cadere ma non lo ha fatto. Ancora una volta dimostra di essere lei la più forte, e ce la fa. La presidenta è qualcosa in più di un semplice pupazzo. Ora che Nestor è morto è evidente a tutti che non era lui nella coppia il consigliere unico. Due mandati, dal 2007 ad oggi e in mezzo ci sono stati tanti scandali, primo fra tutti la morte del procuratore federale Alberto Nisman nel suo appartamento di Buenos Aires nel giorno in cui avrebbe dovuto presentare a una Commissione parlamentare la sua inchiesta sulla presidente e alcuni membri dello staff.
Quella dei Kirchner è stata una «rivoluzione patriottica», in cui disoccupazione e povertà sono diminuite anche se i dati sui poveri non vengono diffusi dal 2013, è stato introdotto l'assegno familiare per i figli, la copertura pensionistica è diventata quasi universale, sono riprese le trattative salariali, più di 500 militari colpevoli di violazioni dei diritti umani durante la dittatura sono stati processati e sono state approvate leggi come il matrimonio gay. Cristina è una leonessa che ha lottato con tenacia per tenersi stretta la poltrona. Un lavoro duro, logorante per gli altri ma non per lei. Che ne è uscita sempre più forte. Oggi ad esempio, se ne va con il 50 per cento di gradimento. Eppure i suoi due mandati sono stati contrassegnati da continui conflitti: con i produttori agricoli nel 2008, con i media, con tutti quelli critici contro i K. che nel 2012 hanno sfidato il governo con una grande marcia di protesta.
La Kirchner oggi lascia un Paese spaccato. Da una parte un'economia strozzata dall'inflazione pesante e con strettissime regole sul cambio che non piacciono alla classe media. Sul fronte dei diritti umani sono stati fatti passi da giganti che contrastano con i troppi scandali di corruzione governativa, e una società divisa e non più conciliabile tra chi si dice Kirchnerista e chi no. I sondaggi puntano su Daniel Scioli, del Frente para la Victoria, dato al 40 per cento. È lui l'uomo della continuità con l'attuale governo, seguito dall'oppositore Mauricio Macri della coalizione Cambiemos, con un 30%, e da Sergio Massa, della coalizione Una, con il 20 per cento. Scioli, ex pupillo di Menem, ex sportivo, di origine italiane, moglie modella, è l'ultima scommessa di Cristina. Ex nemici per la pelle già dai tempi di Nestor, erede sgraditissimo, il governatore della provincia di Buenos Aires è stato la scelta obbligata per la presidenta che dopo averlo beffeggiato e preso in giro pubblicamente, ha dovuto accettarlo e sostenerlo perché è quello con più elettori potenziali. Il patto ora è questo. Lei lo sostiene e lui resta il più possibile fedele alla linea. L'eredità salvata a suon di patti. Resta un'ultima battaglia però da combattere. L'ultimo feudo da difendere della dinastia K.
Si torna a Santa Cruz. In quella provincia in cui tutto ebbe inizio. Oggi si vota per eleggere il nuovo governatore. Schierata c'è la sorella di Nestor, Alicia e il figlio di Cristina, Maximo come deputato. Si riparte, dal via.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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