Si facevano pagare per eseguire gli aborti: arrestati 2 mediciPrimario e ginecologo minacciavano le donne

Due medici dell'ospedale Tatarella di Cerignola (Foggia) che avrebbero preteso denaro per eseguire aborti sono stati arrestati dai carabinieri con l'accusa di concussione.
Si tratta di un primario di 62 anni, G.B, direttore dell'unità di anestesia e rianimazione, e di .B., 56 anni, ginecoloco di 56 anni: secondo quanto emerso dalle indagini, «costringevano, mediante minaccia implicita, giovani donne che entravano in ospedale per compiere l'interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, a versare somme di denaro in contanti, subordinando al pagamento della somma richiesta l'effettuazione tempestiva dell'aborto». Secondo gli inquirenti i due chiedevano circa 100 euro a paziente che poi si dividevano.
Il costo dell'intervento, nei tempi previsti dalla legge, è a carico del servizio sanitario nazionale ma i due assicuravano che l'interruzione volontaria, grazie al loro intervento, sarebbe avvenuta prima che fosse troppo tardi, ovvero prima del compimento del novantesimo giorno di gravidanza. L'indagine avrebbe accertato venti casi.

Nel corso delle intercettazioni uno dei medici spiegava al suo interlocutore che lui «faceva 500 interruzioni all'anno... da 25 anni».
Anche per questo le indagini dei carabinieri non sono ancora terminate. Gli investigatori cercano altre donne che avrebbero pagato i dottori ma che non hanno mai denunciato i «ricatti».

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