Cronache

"Siamo pronti a boicottare Ankara"

L'archimandrita ortodosso: stop a visite e al mercato con la Turchia

"Siamo pronti a boicottare Ankara"

Archimandrita Ignatios Sotiriadis, lei è Segretario per gli Affari Esteri della Chiesa Ortodossa Greca; ad Atene come sono state prese le parole del Papa che si è detto «molto addolorato per Santa Sofia»?

«Tutti qui aspettavano un pronunciamento del Santo Padre, che dicesse qualcosa, e nell'amministrazione della chiesa ortodossa greca erano molto meravigliati che fino ad adesso ci fosse stato solo silenzio. Ho detto a tutti di aspettare fiduciosi, perché il Papa avrebbe di sicuro detto qualcosa, soprattutto a sostegno di suo fratello, Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. E per fortuna il Papa ha rotto il silenzio e voglio ringraziarlo umilmente per quanto ha fatto. Ovviamente siamo tutti molto preoccupati perché quanto sta succedendo è un pericolo per il dialogo interreligioso. Non è un fatto culturale ma è una decisione politica contro un simbolo di tutta la cristianità».

Da parte vostra, come chiesa ortodossa greca, ci saranno reazioni alla decisione di Erdogan?

«Ci saranno sicuramente delle ripercussioni politiche, come la decisione di non visitare più Costantinopoli/Istanbul o la Turchia in generale, di bloccare il mercato con la Turchia e non usare le linee aeree turche per viaggiare. In tutto questo però credo che la voce del Papa sia servita a qualcosa: era attesa e credo che adesso la nostra gente e quella in tutto il mondo che crede nell'unità della chiesa possa viverla come un piccolo balsamo per alleviare questo nostro dolore.

Devo dire però che questa storia di Santa Sofia non sta suscitando reazioni importanti a livello internazionale».

Vi aspettavate qualcosa in più?

«Tutti i cristiani devono essere uniti in questo momento: quando la cattedrale di Notre-Dame a Parigi andò a fuoco ci furono reazioni internazionali, mentre adesso nessuno dice niente. In questo modo l'Islam prosegue indisturbato nel suo progetto di conquistare l'Europa e i Paesi cristiani, in un tempo in cui i cristiani vivono in un'Europa laicizzata. Non capiscono la forza dirompente di questo gesto di Erdogan: lui ha già la Moschea Blu a Istanbul perché vuole anche Santa Sofia? Attraverso questo gesto ci sta dicendo che non governa uno Stato laico ma islamico e questo vuol dire che in futuro avremo problemi perché attraverso le ideologie può succedere l'irreparabile».

Dopo le parole del Papa pensa che potrà esserci qualche passo indietro da parte di Erdogan?

«La voce del Papa era mancata, devo essere sincero. Forse doveva esserci anche un messaggio più forte attraverso la diplomazia, anche da parte dello Stato Vaticano. Non so se quanto ha fatto il Papa basterà a fermare questa decisione. Ma penso che magari prima del 24 luglio, data fissata per la prima preghiera islamica a Santa Sofia, magari Erdogan annuncerà qualche cambiamento».

Ad esempio?

«Lui fa spesso un passo in avanti e poi un passo indietro per far vedere che è moderato, anche se non è così: magari in questo caso dirà che soltanto una navata di Santa Sofia diventerà moschea e il resto rimarrà un museo, anche per preservare i mosaici. Anche la moglie di Erdogan ha detto che quel patrimonio artistico va preservato.

Intanto noi continuiamo a pregare perché tutto possa tornare alla normalità».

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