E meno male che nell'ultima finanziaria si erano «gettate le basi per un miglioramento e una razionalizzazione economica e finanziaria della nostra regione», almeno a detta della maggioranza di governo. E invece dopo la bocciatura dell'emendamento che avrebbe previsto un tetto agli stipendi dei dirigenti degli enti e delle partecipate della Regione, ora arriva l'annuncio di Rosario Crocetta che - a poco più di un anno dal voto - si dice pronto a puntare sul reddito di cittadinanza.
«Nella mini finanziaria ci sarà anche la norma sul reddito di cittadinanza», anticipa il presidente della Regione siciliana ai giornalisti. «Insieme a questa norma - dice a palazzo d'Orleans - ci sarà anche la semplificazione amministrativa, che ripresentiamo sistematicamente e viene sempre stralciata. E ritengo debba essere affrontato anche il problema dei beni culturali, non possiamo permetterci un dipartimento che non ha un centesimo e di vedere i nostri siti abbandonati». L'annuncio fa sobbalzare la sua stessa maggioranza. «Nella mini finanziaria non c'è alcuna traccia di una norma che preveda il reddito minimo di cittadinanza. Ce ne saremmo accorti. Non so a cosa si riferisca il presidente Crocetta...», dice il presidente della commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana, Vincenzo Vinciullo, recentemente balzato alle cronache per le polemiche innescate dalla sua dichiarazione «sulle difficoltà ad arrivare a fine mese» nonostante i circa 11mila euro di retribuzione dei consiglieri regionali. «La commissione Bilancio - dice Vinciullo - non ha mai esaminato questo emendamento o articolo sul reddito minimo. Se arriverà in aula lo prenderemo in considerazione. Ma al momento non ce n'è traccia».
La Sicilia è da mesi nell'occhio del ciclone per via del buco nero dei suoi conti, arrivato ormai a toccare 7 miliardi, 525 milioni e 547mila euro come stock di debito complessivo contratto dalla Regione con gli istituti di credito. Eppure di reddito di cittadinanza si continua a parlare. E Crocetta sembra intenzionato a misurarsi su un terreno particolarmente caro a Beppe Grillo che proprio in questi giorni è stato in Sicilia per alcuni spettacoli e non ha mancato di soffermarsi sulle vicende politiche siciliane.
«Crocetta l'ho visto una volta sola. Era in campagna elettorale e parlava col suo manifesto. Era lui da solo. Sono fantasmi, per me questi sono fantasmi. Crocetta è un fantasma». «La Sicilia avrebbe le opportunità per sperimentare un sacco di cose. Da una moneta alternativa a un'economia alternativa. C'è lo statuto speciale, che ti permetterebbe davvero tanto», spiegava il comico due giorni fa. «Bisognerebbe avere il coraggio di dire: c'è un movimento che propone delle cose importanti, facciamolo governare. Il reddito di cittadinanza, ad esempio. La Sicilia è la terra ideale per sperimentare gli 800 euro al mese per tutti, per salvare dalla povertà milioni di persone, con un piano che abbiamo studiato e le coperture che ci sono. Qui si può fare, subito». Il tutto corredato da una battuta che non aveva mancato di far discutere: «La Sicilia è un luogo che ha il 90% di cose per le quali vale la pena vivere: cibo, clima, mare, turismo, cultura.
Scavi un buco ed esce un normanno. C'è tutto. Basta cambiare generazione politica». E la mafia fa parte del restante 10%? «Non c'è più la mafia qui: è emigrata al Nord. Né il voto di scambio, perché non c'è più nulla da scambiare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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