Roma - Il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) da domani a mercoledì novembre si riunirà al palacongressi di Rimini per il nono convegno nazionale «Sicurezza, tra teoria e realtà». Un appuntamento celebrato anche dal Giornale, visto che è proprio grazie al nostro quotidiano se il Sap oggi esiste. È il segretario generale Stefano Paoloni a raccontare la vicenda che in pochi si ricordano.
Qual è il legame tra il Sap e il Giornale?
«Si tratta di una storia bellissima. Alla fine degli anni Settanta, quando in Parlamento si iniziava a discutere della smilitarizzazione della Polizia di Stato, la triplice (Cgil, Cisl e Uil) si adoperò subito per raccogliere tra i colleghi un consenso che fosse il più ampio possibile. In quel momento un gruppo di intellettuali di cui faceva parte anche il grande Indro Montanelli, allora direttore del Giornale, si rese conto che se non veniva trovato un sostegno anche a un percorso alternativo questi avrebbero sindacalizzato pienamente, con riferimento alle confederazioni, la Polizia di Stato e quindi contattò un gruppo che si stava formando con referenti a Milano, Alessandria e in Sardegna. Montanelli incaricò Livio Caputo e un altro giornalista che scrissero diversi articoli spiegando la situazione e invitando la popolazione a sostenere il Sindacato Autonomo di Polizia, indipendente dalle confederazioni sindacali che però, senza un sostegno materiale ed economico su cui invece potevano contare gli altri, non avrebbe potuto andare avanti».
Che tipo di appello fu e come reagirono i lettori?
«Lanciò questo appello con un'intervista a un nostro vice questore della Sardegna. Da lì cominciarono ad arrivare a Como, dove il nostro referente era Giorgio De Biasi, una serie di lettere con francobolli e donazioni in denaro e questo dette la forza a questo gruppo di persone, che stavano cercando di far nascere questo sindacato autonomo indipendente, di cominciare davvero a costruirlo. Fu la prima occasione per loro di riunirsi e di vedersi in faccia. Fino ad allora si erano solo sentiti per telefono o via fax. Fu presentato lo statuto e fu così che nacque il Sap, grazie al Giornale, ai suoi lettori e Indro Montanelli che furono promotori e sostenitori materiali attraverso il quotidiano affinché potesse far nascere le prime radici e far sì che sia arrivato fino a oggi come Sindacato Autonomo di Polizia e secondo in tutta la polizia di Stato. Ecco perché abbiamo chiesto al direttore Alessandro Sallusti se poteva moderare il dibattito del nostro convegno».
Che sindacato è oggi il Sap?
«È il secondo sindacato di Polizia con circa 18mila iscritti in tutta Italia. Credo che molto voglia significare il tema a cui abbiamo voluto intitolare il nostro dibattito: Sicurezza tra teoria e realtà. Troppo spesso ci confrontiamo con una richiesta di sicurezza che poi da parte dei cittadini non corrisponde a quelle che sono le reali possibilità che vogliamo mettere in campo ed è un problema anche per quelle che sono le norme che reggono il nostro sistema penale. Mancano, infatti, leggi che tutelino chi svolge questa funzione e i nostri interventi sono diventati a volte difensivi. Ci sono poi il problema delle dotazioni e le strumentalizzazioni che il movimento dell'antipolizia ci rivolge puntando l'indice verso chi garantisce la sicurezza piuttosto che contro i delinquenti».
Qual è il rapporto del Sap con l'amministrazione e il capo della polizia?
«È un rapporto complesso perché troppo spesso vi è la tendenza a dare una rappresentazione della realtà che poi non corrisponde a quella di fatto. Basti pensare alla circolare che censura i miei colleghi nel mostrarsi in divisa sui social e nelle chat di fatto limitando la loro libertà di espressione o quella che limita la possibilità di acquistarsi da soli alcuni capi di vestiario».
Che polizia vorreste oggi?
«Prima di dire questo bisognerebbe capire che polizia vogliono i cittadini. Quello che noi cerchiamo di fare è di far sì che il nostro Paese abbia poliziotti con i mezzi, le possibilità, le dotazioni, gli strumenti e le funzioni necessarie. Dopodiché, che polizia vogliamo lo dobbiamo decidere insieme. Per questo facciamo una grande attività di denuncia e sviluppiamo dibattiti pubblici come quello di Rimini dove vogliamo incontrare i nostri colleghi, ma anche i rappresentanti politici di ogni colore. Perché la sicurezza è un bene di tutti».
Chi parteciperà?
«Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ma anche l'ex sottosegretario Nicola Molteni, Maurizio Gasparri (Forza Italia), Galeazzo Bignami (Fdi), Gianni Tonelli (Lega), anche nostro segretario generale aggiunto che
presenterà il suo nuovo libro, i giornalisti Marcello Veneziani, Gianmarco Chiocci, il direttore Alessandro Sallusti, ma anche esponenti del Pd. Siamo aperti a un confronto con tutti i rappresentanti della società civile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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