di Andrea Leccese*
N el 2018, solo grazie alla sentenza n. 120 della Corte costituzionale, è stato finalmente cancellato l'anacronistico divieto di sindacalizzazione delle Forze armate. Adesso anche il Parlamento dovrebbe fare la sua parte, approvando una normativa che non sterilizzi di fatto quella storica sentenza: dopo aver vissuto per oltre settant'anni in una condizione di incostituzionalità di fatto, i militari meritano dei sindacati veri, e non rappresentanze militari che già ci sono e possono occuparsi soltanto di «benessere del personale» mascherate da sindacati.
Purtroppo, la proposta di legge attualmente in esame alla Commissione Difesa va ahimè esattamente in questa direzione. È senza dubbio inaccettabile, perché in netto contrasto con l'articolo 39 della Carta costituzionale, prevedere che i sindacati possano essere costituiti solo dopo l'autorizzazione del Ministro. È inaccettabile che il Ministro possa poi sciogliere il sindacato che metta in pericolo per fare un esempio delle bizzarre regole che si stanno escogitando la «coesione interna», locuzione così evanescente da prestarsi facilmente ad abusi: il sindacato più battagliero potrà così essere eliminato in un batter d'occhio con provvedimento ministeriale.
Ed è inaccettabile che delle controversie sulle condotte antisindacali si debbano occupare gli organi della giustizia amministrativa e non il giudice ordinario, come accade per tutte le altre categorie di lavoratori. Eppoi ci sono le materie di cui si potranno occupare i sindacati per la tutela degli iscritti: tutte le «materie di interesse del personale» a eccezione dell'ordinamento, dell'addestramento, delle operazioni, del settore logistico-operativo, del rapporto gerarchico-funzionale e dell'impiego del personale (sic!). Così i sindacalisti militari potranno al massimo organizzare partite di calcetto tra colleghi: ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Eppure non dovrebbe sfuggire l'importanza di questo processo di democratizzazione. I sindacati potranno dare un contributo significativo all'efficienza dell'organizzazione. Una maggiore difesa dei diritti di carabinieri e finanzieri si tradurrà in più sicurezza per i cittadini e contribuirà poi, sul fronte interno, a contrastare il clientelismo, la corruzione e ogni forma di privatizzazione della funzione pubblica.
La causa dei sindacati militari serve gli interessi dell'intera società. Per questo, sarebbe auspicabile che la politica non tradisse le legittime aspettative dei cittadini in divisa. Attendiamo fiduciosi.
*Presidente del Sindacato Italiano Militari
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