Il sindaco azzurro di Frosinone che ha stravinto col «fai da te»

Niente big né alleanze: Nicola Ottaviani correva senza Lega e Fdi ed è stato confermato già al primo turno

Il sindaco azzurro di Frosinone che ha stravinto col «fai da te»

Il «caso Frosinone» ha il nome del sindaco Nicola Ottaviani, unico di Forza Italia a sbaragliare la concorrenza al primo turno, con il 56,38 per cento dei voti e tra i pochissimi in Italia ad evitare il ballottaggio. Primo cittadino uscente di centrodestra, non ha voluto big nazionali nella sua campagna elettorale, né ha cercato accordi con la Lega e la destra, ma si è inventato battaglie per scavalcare i partiti populisti, come il M5S che qui ha avuto una delle percentuali più basse del Paese. Ha puntato sulla società civile Ottaviani, sulle cose concrete fatte nei 5 anni precedenti per il comune laziale. Nel 2012 aveva vinto con il 44 per cento dei consensi al secondo turno, domenica ha migliorato di 12 punti la performance, staccando nettamente Fabrizio Cristofari del centrosinistra (27,26) e Christian Bellincampi del M5S(7,06). «Il comune che ho ereditato dopo 15 anni di amministrazione di sinistra - spiega al Giornale- era in default, con 50 milioni di debiti su un bilancio di 30 milioni, accertati dalla Corte dei conti. Abbiamo evitato la dichiarazione di dissesto e avviato un piano di risanamento in 10 anni, tagliato le consulenze superflue, fatto gare al massimo ribasso, e abbiamo rimesso i conti in ordine: oggi i fornitori vengono pagati a 15 giorni, prima a 600. L'altra operazione importante è stata dimezzare tutte le indennità di carica e gettoni di presenza. Pizzarotti a Parma ha fatto un taglio del 10 per cento ed è stato presentato come un eroe. Noi abbiamo messo i 750 mila euro risparmiati nel progetto Solidiamo, unico in Italia, per finanziare 1.500 borse di studio per i giovani e soggiorni nelle città d'arte per gli anziani».

Già 5 anni fa Ottaviani ha affrontato le primarie di centrodestra e a novembre 2016 le ha volute di nuovo, ma aperte a tutti. Ha portato al voto oltre il 15 per cento dei residenti, dai 16 anni in su e le ha stravinte con il 65 per cento, contro 2 candidati di centrodestra e 2 provenienti da sinistra. Una mobilitazione che ha spiazzato e spaventato il centrosinistra. Aveva indetto le sue primarie, poi le ha annullate per evitare brutte figure. A Frosinone sono arrivati leader del calibro di Massimo D'Alema e del presidente del Pd, Matteo Orfini, ma Ottaviani ha inflitto al loro candidato 30 punti di distacco.

«La Lega - spiega il sindaco-voleva fare una sua lista di riempitura e ci chiedeva dei nomi, abbiamo detto no. Hanno candidato 4-5 soggetti nelle varie liste, raggranellando pochissimi voti. Con Casa Pound, qui più forte del Carroccio, c'è stato un contrasto fortissimo. Mi hanno definito democristiano e antifascista, ho ringraziato. Poi loro hanno preso il 2 per cento. Io sono un sindaco di area centrodestra, ma senza tutela, per questo non ho voluto personaggi nazionali sul mio palco, ma ho cercato di farmi giudicare dalla cittadinanza per quel che ho fatto finora».

Come lo stadio da 16 mila posti, il terzo in Italia di ultima generazione, realizzato con una partnership pubblico-privato. Come l'impegno sulla cultura, in passato appannaggio della sinistra. Frosinone non aveva un teatro comunale, Ottaviani ne ha comprato all'asta uno nel centro storico e oggi è tra i primi nel Lazio, con 1.100 biglietti ad ogni spettacolo.

«Un altro teatro il comune l'ha acquistato per il prezzo di un Suv, 65 mila euro e affidato all'Accademia delle Belle Arti. -conclude- Il centro storico è diventato un polo culturale vivace. Lo abbiamo ripopolato ospitando mille studenti che vengono da tutto il mondo: Cina, Giappone, Iran».

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