Un tempo la sinistra si aggrappava a Roberto Begnini che, per sponsorizzare il Pci, sollevava Berlinguer. Oggi più di Benigni o Guccini e, molto più di Elodie, il vero asso nella manica si chiama Chiara Ferragni.
Enrico Letta non ha fatto mistero di voler far diventare il Pd primo partito tra i giovani. Chi meglio della Ferragni, l'influencer con oltre 27 milioni di followers che critica la Meloni via web può aiutarlo? È la nuova icona, la nuova speranza di una sinistra in crisi di consensi e d'identità. Sia chiaro, nessuno a Largo del Nazareno si aspetta che la moglie Fedez dica apertamente “Votate Pd” oppure “votate centrosinistra”. Anzi, i deputati dem non appena sentono il suo nome sorridono o storcono il naso, ma poi non disdegnano l'aiutino “esterno”. "Sicuramente ha una certa influenza sui giovani, ma loro l'attenzione ai diritti e all'ambientalismo loro lo hanno già espresso scendendo in piazza. Sicuramente tutti coloro che ci danno una mano sono i benvenuti, compreso Chiara Ferragni”, dice a ilGiornale.it la deputata dem Chiara Gribaudo. Anche la sua collega Alessia Rotta è dello stesso avviso: “La Ferragni fa bene a esprimere valori progressisti e ci fanno piacere le sue posizioni. Mi auguro che i giovani la ascoltino perché oggi l' informazione passa anche tra i social”. Decisamente più cauto è il commento di Fausto Raciti, scettico sul fatto che gli infuencer possano realmente spostare voti: “Certo spostano opinione, fanno discutere. La Ferragni – si augura il dem siciliano - può mettere qualche punto di domanda nella testa di un po’di persone”. Raciti, poi, lancia una frecciatina anche a Fratelli d'Italia: “Vedo che La Russa addirittura la sfida a stare zitta se la Meloni vincerà le elezioni, curiosa idea della libertà di opinione”. Nel Pd ritengono che, se le parole della Ferragni infastidiscono così tanto la destra, allora significa che possono influenzare realmente l'elettorato.
Ma, se per Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, i giovani “sono già dalla nostra parte”, per l'ex parlamentare Pino Pisicchio, “l'effetto Ferragni” è più di una speranza. “Lei raccoglie circa 27 milioni di follower, perlopiù giovani che tendono all'astensione. Se avesse fondato un partito, avrebbe raccolto voti da questo 'bacino'”, dice con estrema sicurezza il presidente del gruppo misto della scorsa legislatura. Pisicchio, pur in assenza di tale partito, crede che la Ferragni possa in ogni caso spostare qualche voto perché “tutte le volte che lei e suo marito si sono espressi sui diritti civili hanno creato grande attenzione di pubblico ed è chiaro che sono collocati a sinistra”. Riccardo Magi di +Europa, soprattutto dopo che Lega e Fratelli d'Italia all'Europarlamento non hanno votato la risoluzione che condannava l'Ungheria di Orban, condivide i timori della Ferragni: “Lei ha ragione.
Se, poi, questo ci favorisce anche dal punto di vista elettorale sono ancora più contento”. Se prima, dunque, gli opinion leader erano Indro Montanelli o Eugenio Scalfari, ora a farla da padrona sono gli influencer e, tra una smorfia e un sorrisetto, la sinistra non può che essere grata alla Ferragni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.