La sinistra scende ancora: ecco quanto vale davvero

La rottura tra Partito Democratico e Azione avrà delle pesanti ripercussioni sulle ambizioni di Letta. I sondaggisti non hanno dubbi: la sinistra è sotto il 30 per cento

La sinistra scende ancora: ecco quanto vale davvero

Carlo Calenda ha rotto il patto con il Partito Democratico, è cosa nota. Il leader di Azione ha abbandonato l’ammucchiata guidata da Enrico Letta con dentro Fratoianni, Bonelli e Di Maio. Il futuro dell’ex ministro dello Sviluppo Economico è tutto da scrivere – nelle ultime ore è tornato di moda l’asse con Renzi – ma è soprattutto la sinistra a dover fare i conti con le pesanti ripercussioni di questo strappo.

I sondaggisti non hanno dubbi: dopo l’addio di Calenda e di Azione, l’accozzaglia è sotto il 30 per cento. Secondo Antonio Noto di Noto sondaggi, la coalizione Pd-Più Europa-Sinistra Italiana-Verdi può ambire al 26%: “Sarebbe assai lontana dal centrodestra. Difficile la rimonta sul centrodestra con Calenda, figurarsi senza Azione”, le sue parole al Corriere della Sera.

Una débacle, semplicemente, per le ambizioni di Letta & Co. La rottura con Calenda, inoltre, arriva dopo la separazione dal Movimento 5 Stelle. Dal maxi-assembramento alla mini-coalizione, spiega Lorenzo Pregliasco di You Trend, che non condivide pressoché nulla: “Non solo l’alleanza è eterogenea, per le note differenze programmatiche, ma ha anche un perimetro ristretto”.

Più fiducioso sulle sorti della sinistra è Carlo Buttaroni, esperto di Tecnè. Secondo il sondaggista, con l’addio di Calenda la nuova coalizione guidata dai dem “assume un perimetro di tipo socialista”, su cui si può riconoscere tutto l’elettorato di centrosinistra. E c’è di più: “Un dato dovrebbe far riflettere: a oggi solo il 31,8% dell’elettorato sa chi votare. Un elettore su tre è orientato, il resto è un mare aperto. Segno che è tutto in evoluzione”.

E Calenda? Come dicevamo, l’ex manager di Sky potrebbe dare vita in extremis a un’alleanza con Matteo Renzi. Ma c’è un fattore da non sottovalutare secondo Pregliasco: ora appare un leader poco coerente e poco credibile, sia da destra sia da sinistra.

“Oggi fa più fatica a togliere consensi al centrodestra perché fino a un’ora fa stava con il Pd, e anche al centrosinistra perché viene visto come un partner inaffidabile. Aggiungo che c’è il problema delle firme. Tanti auguri, allora, perché è il 7 agosto”, l’analisi dell’esperto.

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