Sinistra divisa pure in trasferta Matteo fa infuriare Varoufakis

Renzi demolisce i veterocomunisti europei. L'ex ministro greco: «Hai perso la dignità» Il «Guardian»: al leader laburista Corbyn insulti insoliti. E Palazzo Chigi se la ride

Q uando è troppo è troppo: al dandy Varoufakis (quello con le camicie più accecanti di Formigoni) lo sberleffo di Matteo Renzi proprio non è andato giù. E si può capire: dopo il danno del tragico affondamento elettorale degli scissionisti di Syriza, gli tocca subire pure la beffa del premier italiano, che lo usa come suocera per dire alla nuora interna - la minoranza Pd - che «chi di scissione ferisce di elezioni perisce». Per poi chiosare: «E pure 'sto Varoufakis ce lo siamo levato di mezzo».

Apriti cielo: l'ex ministro delle Finanze greco ha preso carta e penna e vergato una letterina diretta al premier italiano, vibrante di indignazione: altro che tolto di mezzo, «sono vivo e vegeto politicamente, come mi ricordano le persone in Italia quando cammino nelle strade del tuo bel Paese», asserisce. Ieri, tra i parlamentari Pd che commentavano ridacchiando il testo, uno faceva notare: «Povero Varoufakis, non sa che in Italia, più che riconoscerlo, lo scambiano per Checco Zalone». Ma l'ex ministro ora trombato, dopo aver pilotato la scissione (fallita) di Syriza contro Tsipras, ha ben altro in serbo per Renzi: «Non ti sei liberato di me, quello di cui ti sei liberato, partecipando a luglio a quell'ignobile golpe contro Alexis Tsipras e la democrazia greca, è stata la tua integrità come democratico europeo. Forse anche la tua anima». Un anatema in piena regola, anche se poi aggiunge magnanimo che la perdita di anima non è processo «irreversibile» e persino il premier italiano potrebbe riacquistarla, a patto però di «fare seriamente ammenda». Se Renzi si cospargesse il capo di cenere lui, Varoufakis, sarebbe lieto di «vederti tornare tra i ranghi dei democratici europei».

Raccontano che a Palazzo Chigi abbiano riso parecchio per l'invettiva del variopinto economista. E lo si intuisce dal messaggio subliminale twittato ieri da Filippo Sensi, portavoce di Renzi: un filmato dal titolo «A kiss for Spock», tratto da una puntata in cui il celebre e impassibile personaggio di Star Trek - spesso additato come sosia dell'ex ministro greco, insieme a Zalone - scopre le emozioni grazie all'ingestione di miracolose spore e bacia appassionatamente una bionda.

Anche la bordata tirata da Renzi ad un altro leader della sinistra dei «loser» (perdenti), Jeremy Corbyn, paragonato niente meno che ai Washington Generals, la squadra di basket che ha collezionato più sconfitte nella storia, ha fatto rumore. Parole «inusualmente» dure per un premier, nota il Financial Times , soprattutto perché pronunciate da un esponente della stessa famiglia politica di Corbyn. Ma, nota ancora il giornale della City, si tratta di critiche che sono però «condivise da molti parlamentari moderati del Labour», convinti che con un simile leader li attenda un destino di sconfitte.

La minoranza Pd, che in Grecia e nel Labour vedeva il sol dell'avvenire, c'è rimasta male, ma evita di contrattaccare. Del resto la loro conversione alla sinistra radical è piuttosto recente: «Mi ricordo ancora le riunioni di vertice quando si doveva costituire il governo Monti - raccontava ieri il ministro Andrea Orlando ad alcuni colleghi di partito - c'eravamo io, Orfini e anche D'Alema che invitavamo Bersani ad andarci cauto e a non appiattire il Pd sulla linea dell'austerity Bce.

E c'erano i bersaniani doc della segreteria che invece erano entusiasti, esaltavano Monti e ci dicevano con disprezzo: siete vecchi, siete rimasti all'Ottocento, smettete di remare contro. Ecco, quando poi vedo alcuni di loro, come Alfredo D'Attorre, correre ad Atene con la Brigata Kalimera per battere le mani a Tsipras e Varoufakis contro la Merkel mi scappa un po' da ridere...».

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