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La sinistra incorona Elly Schlein nuova leader

Bla bla, click, tweet. È la sinistra emotiva, la tendenza all'innamoramento subitaneo per il leader del momento

La sinistra incorona Elly Schlein nuova leader

Bla bla, click, tweet. È la sinistra emotiva, la tendenza all'innamoramento subitaneo per il leader del momento. Nella sindrome più classica del «riparta da», che ha già visto come protagonisti José Luis Zapatero, Alexis Tsipras, Bernie Sanders, Jeremy Corbyn, Alexandria Ocasio Cortez e ora il neo presidente cileno Gabriel Boric. Il riflesso pavloviano, amplificato dai social, stavolta riguarda una politica del nostro Paese. Elly Schlein, nata a Lugano da una docente universitaria italiana e da un politologo statunitense è la vicepresidente dell'Emilia-Romagna. Domenica, ospite di Fabio Fazio per presentare il suo ultimo libro edito da Mondadori, in un quarto d'ora, svelta e preparata, è riuscita a parlare di tutto. Ambiente ed economia, immigrazione e diritti. Con un'incursione in difesa dello Schwa, l'invenzione linguistica per uniformare le desinenze e diluire il maschile e il femminile.

Schlein - che non ama parlare della sua vita privata - due anni fa a Daria Bignardi ha risposto di aver amato sia uomini sia donne e di essere fidanzata con una donna. Subito è divenuta un'icona. Ecologista, femminista, gender fluid. Però lei non trascura temi dal sapore quasi novecentesco. Su tutti salario minimo e fisco progressivo. Argomenti di cui si occupa nel libro La nostra parte. Sottotitolo: Per la giustizia sociale e ambientale, insieme. Copertina rossa e verde. Di sinistra e ambientalista, come la lista Emilia Romagna Coraggiosa, che, trainata dalle 22mila preferenze della giovane leader progressista, ha contribuito al successo del governatore Stefano Bonaccini nel 2020.

Forse suo malgrado, la trentaseienne è diventata il capo della sinistra emotiva. Rapida a incoronare un nuovo condottiero, altrettanto veloce a dimenticarlo. I quindici minuti da Fazio sono stati cadenzati da cinguettii social come «Più Elly Schlein per tutti». Su Twitter Alberto osa un paragone celestiale: «Solo guide e voci importanti ultimamente a #CTCF #PapaFrancesco #EllySchlein». Il Pd la corteggia, Letta la vorrebbe ministro... Ma lei dal partito è uscita nel 2015, in polemica col renzismo, un anno dopo l'elezione all'Europarlamento. Schlein precisa: «Non sono del Pd». Anzi, dopo le Regionali a l'Espresso ha raccontato: «I voti ritenevano non fossero miei. Un dirigente del Pd me l'ha proprio chiesto: Ma tu, di chi sei figlia?».

Meno emotiva di chi l'ha già incoronata.

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