
Il colpo d'occhio c'è. Gli organizzatori parlano di 300 mila persone. La piazza delle opposizioni (tranne Calenda e Renzi) a Roma per Gaza è piena. E sprigiona insulti e odio contro Meloni. «Vigliacchi, complici, codardi, vergogna»: il tono degli interventi dal palco rispecchia gli umori della piazza. Con un obiettivo: trasformare la piazza pro Gaza in un manifesto politico che unisca Pd, M5s e Avs. L'altro obiettivo (svelato) era quello di spingere gli italiani alle urne per il referendum. La manifestazione si chiude, infatti, con l'appello dal palco dei quattro leader: «Andiamo tutti a votare». In piazza spunta Pierluigi Bersani con il cappellino rosso con la scritta: «Votiamo Sì». Della vecchia guardia c'è Massimo D'Alema: «Fermare l'accordo di associazione Ue-Israele sarebbe un atto dovuto: l'accordo di associazione prevede, all'articolo 2, il rispetto dei diritti umani. L'Unione europea dovrebbe sospendere l'accordo per palese violazione dei principi europei. Questo avrebbe avuto un grande valore. Anche dal punto di vista del sostegno alla opposizione israeliana» sostiene l'ex premier.
La star è però Rula Jebreal che ruba la scena a Conte e Schlein. La scrittrice palestinese è accolta dalla piazza come la nuova eroina della sinistra. Rula si cala nel bene nel «nuovo ruolo» e prima dell'intervento rivolge tre inchini al popolo delle opposizioni. Lo show va avanti tra attacchi a Israele e Meloni. Però inciampa su due colossali fake news. Rula alza i toni, infiamma la platea quando accusa il governo Meloni di aver spiato Casarini e i giornalisti con il software israeliano Paragon. Peccato però che sia stato il governo guidato da Giuseppe Conte (accanto a lei sul palco) e sostenuto dal Pd a ordinare le intercettazioni su Casarini. La seconda bugia riguarda l'accusa al governo Meloni di inviare armi all'esercito israeliano. L'Italia ha sospeso dal 7 ottobre tutte le forniture. Poi prima del gran finale, con i leader politici, parlano Gad Lerner, che rimedia qualche fischio e urla (vai a casa) quando dice di essere un sionista e Luisa Morgantini che rilancia per ben tre volte lo slogan: «Dal fiume al mare».
Per evitare incidenti diplomatici, si decide di procedere in ordine alfabetico. Apre Bonelli, chiude Schlein. Il leader dei Verdi è duro contro Meloni: «Quello di Meloni è un governo codardo e vigliacco. Con una mano aiuta i palestinesi con l'altra arma Israele» urla dal palco Bonelli. Ma l'insulto più feroce è contro Matteo Salvini: «Sei la vergogna d'Italia». L'accusa è di aver stretto la mano a Netanyahu. Bonelli poi chiarisce quale dovrà essere la missione della piazza di ieri: «Italia diventi un presidio di umanità». Tocca poi al capo del M5s che, rispetto a Elly Schlein, ha sposato sin da subito la causa palestinese: «Siamo di fronte a un governo che per 20 mesi ha messo una mano davanti agli occhi per non vedere. Non ha fatto l'unica cosa che doveva fare, mettersi una mano sulla coscienza. Sapete perché è accaduto? Perché i palestinesi sono poveri. Tutto quello che sta accadendo lo chiamiamo in un solo modo: genocidio. Ora il governo inizia a dire che 60mila morti sono troppi? Perché 30, 40 o 50mila erano pochi? Nonostante questo il governo ancora non vuole interrompere la cooperazione internazionale con Israele. Non è questo il Governo che ci rappresenta, voi non siete questo e oggi lo state dimostrando. Condannare il governo di Netanyahu non si chiama antisemitismo, si chiama umanità». Il terzo intervento è di Nicola Fratoianni che rilancia l'accusa a Meloni: Governo ipocrita a codardo». Il copione sembra identico. Chiude Elly Schlein, prima delle note di Bella Ciao, con una proposta: «L'Italia riconosca lo Stato di Palestina». «Israele con la sua pulizia etnica sta violando ogni norma del diritto internazionale umanitario.
Chiediamo un embargo totale di armi da e verso Israele perché non vogliamo essere complici. Il governo è stato sempre silente e siamo qui per ricordargli che deve uscire dal suo silenzio complice e fare qualcosa» conclude Schlein dal palco di piazza San Giovanni.