Fausto BiloslavoGli incontri di pace di Ginevra sulla Siria stanno nascendo già morti. La delegazione del governo di Damasco è arrivata ieri con rappresentanti di secondo piano, ma i ribelli no. L'opposizione armata annuncia il boicottaggio, poi punta i piedi e pone precondizioni. Alla fine, dopo quattro giorni di turbolenti discussioni in Arabia Saudita, ospiti dei loro padrini del Golfo, i ribelli decidono di inviare una minisquadra esplorativa a Ginevra per decidere il da farsi. Forse arriveranno in Svizzera stamattina. Non poteva partire peggio il negoziato voluto dall'Onu, che dovrebbe durare almeno sei mesi.Ieri alle 16 l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan De Mistura, quello del caso marò, ha incontrato la delegazione di Damasco aprendo i balletti diplomatici. Anche se i ribelli cambiassero idea i colloqui saranno rigorosamente separati. Governativi in una stanza e opposizione armata nell'altra con De Mistura che fa la spola. I rappresentanti del regime di Bashar al Assad sono guidati solo dall'ambasciatore all'Onu Bashar al-Jaafari. Un'altra fronte siriana ha sostenuto che fosse pronto a scendere in campo anche il viceministro degli Esteri Faisal Miqdad, ma per ora non il suo capo, Walid Muallem, dato per certo alla vigilia.I colloqui di pace sono già stati rinviati da lunedì a causa della riottosa opposizione siriana. Una miriade di gruppi si è riunita a Ryad, da dove sono state dettate delle precondizioni per venire a Ginevra. I ribelli vogliono la consegna di aiuti umanitari nelle città assediate dai governativi, lo stop dei bombardamenti e la liberazione di donne e bambini nelle galere di Damasco. «Non saremo a Ginevra. Non vogliamo entrare nella stanza dei negoziati se le nostre richieste non saranno soddisfatte», ha dichiarato Riad Hijab, capo negoziatore sunnita dei ribelli. Ex primo ministro siriano nel 2012, per un paio di mesi, è poi fuggito all'estero. Alla fine i ribelli invieranno a Ginevra una delegazione «esplorativa» per accertare se le precondizioni verranno esaudite, ma senza potere negoziale.I russi, che con gli Usa, appoggiano la missione impossibile dell'Onu, hanno alzato barricate contro due gruppi che verrebbero rappresentati a Ginevra. Si tratta delle formazioni armate Jaish al Islam e Ahrar al Sham, di matrice fortemente jihadista, che Mosca considera terroristi. A sua volta la Turchia, che rema contro, ma ufficialmente è sponsor dei colloqui, ha posto il veto alla presenza di movimenti curdi come l'Unione democratica (Pyd) caldeggiata da Mosca, ma vicina al Pkk, bestia nera di Ankara. «Se gli esponenti dei ribelli moderati si recassero in Siria senza un cessate il fuoco con la Russia sarebbe un tradimento nei confronti di coloro che rimarrebbero a combattere», ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che punta a indebolire l'offensiva aerea di Mosca. Non a caso ieri si sono sentiti al telefono il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov e il segretario di Stato americano, John Kerry, per cercare di salvare un negoziato che rischia di nascere morto. Nel frattempo l'Olanda ha annunciato che inizierà a bombardare «lo Stato islamico nell'Est della Siria».
Il Califfato, assieme alla costola siriana di Al Qaida, sono tagliati fuori dai negoziati di Ginevra. L'Osservatorio siriano dei diritti umani ha reso noto che in un anno e mezzo 2114 civili, tra cui 78 bambini e 116 donne, sono stati giustiziati dai tagliagole delle bandiere nere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.