Roma - Una tranquilla domenica di fine ottobre si è tinta di giallo per gli ex obbligazionisti subordinati del Monte dei Paschi di Siena colpiti dal burden sharing. Rocca Salimbeni ieri pomeriggio ha reso noto che l'«Offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione», il cui avvio era atteso per oggi, non sarebbe iniziata per mancanza del decreto attuativo del ministero dell'economia che è diventato azionista di maggioranza assoluta (con il 52,2%) dell'istituto senese.
Si tratta del meccanismo di ristoro, individuato nell'ambito del piano di salvataggio del Monte per i sottoscrittori del titolo subordinato da 2,1 miliardi in scadenza nel 2018 che la Vigilanza della Bce ha imposto di trasformare in azioni. Con l'offerta il Tesoro acquisterà quelle azioni (che venerdì valevano 4,736 euro) al prezzo di 8,65 euro sotto forma di obbligazioni ordinarie dell'istituto. Alla minusvalenza da un miliardo circa patita da Via XX Settembre, come differenza tra la ricapitalizzazione, costata 8,3 miliardi alle casse pubbliche, e il valore di mercato, si aggiungeranno anche i 700 milioni dell'offerta.
E proprio al ritorno in Borsa, hanno spiegato fonti del Tesoro, è da ascriversi il ritardo dell'emanazione del decreto: poiché la riammissione a Piazza Affari è slittata così anche il flusso informativo necessario all'avvio dell'operazione ha subito un qualche ritardo. In ogni caso, il testo è praticamente prossimo al varo e per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale bisognerà attendere oggi o, al massimo, domani di modo che per metà della settimana l'Ops possa partire. Un ritardo burocratico, pertanto. Occorre, tuttavia, constatare che il Tesoro ha per il ristoro dei risparmiatori (che comunque si vedranno parzialmente rimborsati dopo l'incauto acquisto dei bond subordinati) minor sollecitudine rispetto a quello evidenziato in manovra sul varo delle strette sulle compensazioni Iva e sull'accelerazione delle procedure esecutive. O, per rimanere in ambito bancario, la maggioranza sembra essere molto propensa (anche perché sollecitata dal sindacato) al mantenimento degli sgravi fiscali sulle svalutazioni dei crediti in sofferenza. Tuttavia, in un momento delicato come quello precedente la campagna elettorale, prevale sempre la necessità di evitare nuovi incidenti di percorso con i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate.
Una volta conclusa l'offerta, la quota del Tesoro dovrebbe salire attorno al 70 per cento. Le attenzioni del ministro Padoan e dei suoi stretti collaboratori sono pertanto rivolte alla performance borsistica del Monte.
La speranza è quella di una emulazione dell'ottima performance registrata dal comparto negli ultimi mesi, ma per conseguire importanti rialzi (nelle prime tre sedute dalla riammissione è stato guadagnato il 4%) sarà necessario un concreto ritorno alla redditività. Un percorso tutt'altro che semplice ma obbligato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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