Quella smorfia di Renzi nello studio di Formigli sul boom della Lega

Il leader di Italia Viva assiste alla lettura del sondaggio di Index Research, che conferma la leadership di Salvini. E non sembra gradire

Quella smorfia di Renzi nello studio di Formigli sul boom della Lega

Si dice che, talvolta, uno sguardo possa valere più di mille parole. E allora la faccia che ha fatto ieri sera Matteo Renzi durante la messa in onda di Piazzapulita alla lettura dell'ultimo sondaggio di Index Research – che incorona la Lega e che conferma lo stallo di Italia Viva – la dice proprio tutta.

E dice che l'ex presidente del Consiglio è tutto fuorché contento di vedere Matteo Salvini volare al 32,7% dei consensi degli italiani mentre il suo neonato partito arranca e torna sotto la soglia del 5%, fermandosi a un deludente 4,9% (in calo di 0,2 punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione dell’istituto demoscopico, risalente al 27 novembre). Ora come ora, la sfida tra i due "Mattei" la vince il milanese.

Iv paga sicuramente la bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018, che ha finanziato sia la kermesse "renziana" dell Leopolda, sia le attività e le iniziative politiche dell'ex segretario del Partito Democratico, prima e dopo la sua avventura a Palazzo Chigi da premier.

A quanto pare, visto quanto dichiarato proprio nella serata di ieri in occasione della sua ospitata nel salotto televisivo di Corrado Formigli su La7, Renzi si dice non più interessato a ritornare a fare il presidente del Consiglio. Difficile, però, credergli.

Nel corso dell'intervista, peraltro, ha bastonato non poco la maggioranza giallorossa di governo, che lui stesso sostiene con i suoi deputati e senatori in Parlamento, lasciandosi andare a una frase sibillina sulla tenuta dello stesso esecutivo. Ecco, infatti, cosa ha detto: "Se si continua così, ci sta che si torna a votare: litigano su tutto. Do il 50% di possibilità che rimanga in piedi. Noi come Italia Viva non stiamo litigando. Vorrei lanciare un appello, basta polemizzare su tutto sempre e comunque…".

Matteo Renzi ha lo sguardo interessato (ma allo stesso tempo preoccupato) anche alla lettura della slide sul volume elettorale delle coalizioni.

Già, perché un'eventuale alleanza "giallorossa allargata", che mette insieme Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Leu (cosa peraltro che già sta accadendo a Montecitorio e a Palazzo Madama), non andrebbe oltre il 42,8%, a fronte – invece – di un centrodestra unito sostanzialmente imbattibile che vola verso il 50% e si attesta al 49,1%.

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