Le soldatesse ucraine con i tacchi alla parata. È polemica: "Vergogna"

L'ex capo di Stato maggiore: "Non vanno in passerella". Le militari hanno apprezzato

Le soldatesse ucraine con i tacchi alla parata. È polemica: "Vergogna"

La colpa sarebbe tutta del ministro della Difesa Andriy Taran, che venerdì ha deciso di pubblicare in rete le foto delle soldatesse ucraine mentre sfilano con scarpe a mezzo tacco. Le immagini delle donne che marciano allineate, ma senza i tradizionali stivali, hanno fatto esplodere una vera e propria polemica. L'idea non è andata a genio a diverse parlamentari vicine all'ex presidente Petro Poroshenko, che hanno invitato Taran ad indossare scarpe con i tacchi alla parata del prossimo 24 agosto, che segnerà il 30esimo anniversario dell'indipendenza del Paese dopo il crollo dell'Unione Sovietica. «È difficile immaginare un'idea più idiota e dannosa - commenta Inna Sovsun, del partito Golos (La Voce) - le soldatesse ucraine, esattamente come gli uomini, rischiano la vita e non meritano di essere ridicolizzate». Da parte loro le soldatesse sembrano invece aver apprezzato l'inaspettato tocco di femminilità. Lo si evince dalle parole autorevoli di Liudmyla Shugaley, generale ed ex funzionaria dei servizi segreti: «Per la prima volta abbiamo indossato scarpe con i tacchi. L'esercitazione è andata bene. Ci rendiamo conto che è un po' più difficile rispetto agli stivali dell'esercito, ma alla fine i piedi soffrono meno».

La scelta delle calzature ha suscitato un'ondata di critiche soprattutto sui social. «La storia di una parata con i tacchi è un'autentica vergogna», ha spiegato su Facebook Vitaly Portnikov, una delle firme del giornalismo più conosciute nel Paese, sostenendo che «alcuni funzionari ucraini hanno una mentalità medievale. Ci troviamo di fronte a un'espressione di sessismo e misoginia senza precedenti. I tacchi alti sono una presa per i fondelli delle donne. Di sicuro c'è qualche accordo sottobanco tra il mondo politico e alcune aziende che vendono scarpe da donna. Diversamente tutto questo non si potrebbe comprendere». Le soldatesse rappresentano una risorsa importante nell'esercito dell'Ucraina: a prestare servizio sono più di 31mila. Senza dimenticare che circa 14mila soldatesse hanno preso parte dal 2014 allo scontro nell'est industriale del paese con i separatisti sostenuti dalla Russia, in un conflitto che ha provocato più di 13mila vittime. «Proprio per tutte queste ragioni serve rispetto - tuona Olena Kondratyuk, vicepresidente della Rada, il parlamento di Kiev - mi auguro che le autorità si scusino pubblicamente per aver umiliato le donne. La storia non finisce qui, apriremo un'inchiesta chiedendo le dimissioni del ministro della Difesa».

La vicenda ucraina ricorda un po' quanto accaduto qualche anno fa in Israele, con le immagini di soldatesse in bikini con il fucile tenuto in spalla. Anche in quel caso non mancarono polemiche, tuttavia il regolamento delle forze armate israeliane parla chiaro: se un soldato porta fuori dalla propria caserma un'arma da fuoco deve tenerla sempre a stretto contatto. In caso contrario rischia di finire in prigione. Questa la ragione per cui le ragazze dell'Israel Defense Forces non se ne separarono in quell'occasione neppure in spiaggia.

«A Tel Aviv si trattò di un episodio - ci tiene a precisare l'ex capo di stato maggiore dell'esercito Volodymyr Shkidchenko - fu per lo più qualcosa di mediatico. In Ucraina invece rischiamo di essere presi in giro dal mondo intero. Le nostre soldatesse vanno in guerra, non sfilano in passerella».

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