Soldi a Grillo e Casaleggio. L'Anti frodi indaga sui big

Da Moby contratti da 700mila euro alla "ditta" grillina. L'armatore si difende. Iv e opposizioni all'attacco

Soldi a Grillo e Casaleggio. L'Anti frodi indaga sui big

Cinquantamila euro, meno del prezzo di una conferenza, a Matteo Renzi: per questo obolo alla fondazione dell'ex premier l'armatore Vincenzo Onorato è da tempo nel mirino della Procura di Firenze, che sospetta che il versamento a Open sia in realtà un finanziamento occulto. Ma ora si scopre che Onorato è stato assai più generoso con i nemici giurati di Renzi, ovvero il Movimento 5 Stelle. Più esattamente, con la Casaleggio Associati, la ditta privata che del partito grillino è l'anima sotterranea. Ma anche, direttamente, con Beppe Grillo, che a quanto pare vende a caro prezzo i post che pubblica sul suo blog.

Anche sui soldi di Onorato a Grillo e Casaleggio, come su quelli a Open, adesso è scattata una inchiesta. Secondo quanto reso noto ieri dal Corriere della sera e dalla Stampa l'Uif, l'ufficio antifrodi della Banca d'Italia ha segnalato come operazioni anomale i due versamenti che da Moby spa, la principale società dell'armatore, sono stati effettuati a favore della azienda che gestisce il blog di Grillo e della Casaleggio. Cifre rilevanti: 120mila euro al leader, 600mila euro alla Casaleggio ma con la possibilità, in base agli obiettivi raggiunti, di superare il milione.

Quale contropartita incassa Onorato per questo fiume di denaro in uscita dalla sua società? Il contratto con il blog di Grillo è dettagliato: si parla non solo di banner, ovvero di messaggi pubblicitari da piazzare sulla homepage del blog, ma anche di «contenuti redazionali», ovvero di pubblicità occulta da inserire anche su Twitter e Instagram: interviste e articoli a favore della compagnia di Onorato, profumatamente pagati dal diretto interessato. Più vago l'oggetto del megacontratto con la Casaleggio, che verterebbe sull'allestimento di un «piano strategico per sensibilizzare l'opinione pubblica» sulla battaglia di Onorato a favore dei benefici fiscali per le compagnie che imbarcano marinai italiani. È la battaglia che l'imprenditore napoletano combatte da tempo, e con toni appassionati, sottolineando la differenza tra i salari che le sue aziende pagano ai marittimi italiani e le paghe da fame che i concorrenti versano al personale proveniente dal terzo mondo. Ma, nonostante l'accordo tra la Moby e la Casaleggio risalga a oltre un anno fa, (la data è del 7 giugno 2018) del «piano strategico» oggetto del contratto non si è vista, almeno all'esterno, alcuna traccia.

Il sospetto dell'ufficio antifrodi è che i generosi contributi a Grillo e a Casaleggio avessero come obiettivo un viatico dei 5 Stelle alle modifiche normative invocate da Onorato: l'armatore, che ha sempre dichiarato di riconoscersi nelle opinioni di Matteo Renzi, avrebbe insomma deciso di «coprirsi» sul versante grillino, soprattutto in una fase in cui la stella di Renzi appariva assai offuscata e la nascita di Italia Viva era ancora di là da venire.

Ieri Onorato ha replicato con veemenza al rapporto dell'Uif, sostenendo di essersi rivolto alla Casaleggio unicamente perché «per quel tipo di lavoro sono leader in Italia». «Le cifre pagate sono cifre di mercato - aggiunge l'armatore - non mi aspettavo favoritismi». E sottolinea come il ministro grillino delle Infrastrutture nel governo Conte 1, Danilo Toninelli, si sia sempre schierato contro le battaglie di Moby.

Ma intanto la vicenda scatena i renziani, che rimarcano come per una cifra assai minore versata da Onorato a Open si sia già mossa la magistratura. E anche i forzisti Maurizio Gasparri e Mariastela Gelmini chiedono che si faccia piena luce sui rapporti tra l'armatore, Grillo e la Casaleggio.

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