
È più pericolosa la violenza praticata o la violenza teorizzata? Vediamolo con un raccontino, perché a volte gli aneddoti sono più illuminanti di mille discorsi.
Durante i giorni della Rivoluzione d'ottobre, un bolscevico disse al compagno Lenin: "Ma questa rivoluzione fa tanti, troppi morti". Al che il Grande Capo rivelò: "La rivoluzione non è un pranzo di gala: per fare la frittata bisogna rompere le uova". Capito? La metafora leninista è perfetta. Vale la pena renderla esplicita: come per fare una frittata è necessario rompere le uova, così per realizzare con la rivoluzione il bene dell'umanità è necessario spaccare la testa agli uomini. Nel Novecento si sono rotte milioni e milioni di uova ossia sono stati uccisi milioni e milioni di uomini e donne e bambini ma la frittata comunista non si è mai realizzata. Ciò che si è perfettamente realizzato è questo schema mentale che teorizza la violenza rivoluzionaria a fin di bene e così giustificando il male come se fosse il bene fa regolarmente disastri ogni qual volta ci sono manifestazioni pacifiste. Quando poi il latte è versato si usa giustificare la guerriglia urbana addossandola alle frange minoritarie. Ma si tratta di lacrime di coccodrillo perché la violenza praticata è il risvolto reale della violenza teorizzata da quelli che Montanelli, dopo l'attentato terroristico che lo gambizzò, chiamò cattivi maestri.
I cattivi maestri di Lenin furono Marx ed Engels che nel Manifesto del Partito comunista scrissero esplicitamente che "i fini dei comunisti possono essere raggiunti soltanto col rovesciamento violento di tutto l'ordinamento sociale finora esistente". Conta poco, molto poco che oggi non ci sia più il Pci e che nessuno legga Marx perché, purtroppo, ciò che conta davvero è la persistenza della mentalità rivoluzionaria che giustifica e legittima la violenza in nome del bene dell'umanità che ora è l'antifascismo, ora è l'anticapitalismo, ora è l'antiamericanismo, ora è il pacifismo. E chi esce da questi astratti furori, perché capisce che si tratta di vere e proprie trappole per topi, ne diventa immediatamente un traditore ed è indicato come un nemico. Lucio Colletti fu seriamente marxista ma all'inizio degli anni Settanta capì e dichiarò che il marxismo era fallimentare e il comunismo impossibile perché negava la libertà. Sulle mura dell'università La Sapienza, dove insegnava, comparve la scritta: "Picconate Colletti".
Oggi, purtroppo, rispetto alla giustissima critica di Colletti al marxismo critica che, peraltro, nella cultura italiana ed europea è stata fatta innumerevoli volte abbiamo fatto non un passo avanti ma due indietro. Con le manifestazioni in favore di Gaza, con i sillogismi sofistici sul genocidio e le complicità, con la legittimazione persino del terrorismo islamico di Hamas si è ripresa pari pari la ricetta leninista comprensiva di antisionismo che è il volto politico dell'antisemitismo. Poco conta che i cattivi maestri di oggi siano poco più che alfabetizzati e che non siano in grado di reggere un discorso sensato per più di un minuto e mezzo. Conta poco, davvero poco. Perché il pensiero di oggi è breve per definizione e non è nemmeno un pensiero ma uno slogan, una battuta, un meme. Ciò che in concreto conta è ciò che la propaganda veicola: noi siamo i buoni e gli altri sono i cattivi e per rendere il mondo buono la frittata si devono eliminare i cattivi che, in fondo, stanno lì proprio per far risaltare quanto noi siamo buoni, veri, giusti. Questi discorsi, profondamente illiberali e anti-educativi, sono continuamente ripetuti in tutte le salse (nelle redazioni, nell'università, nelle scuole) e alla fine, anche se non generano direttamente la violenza perché questo è impossibile per qualunque parola la legittimano perché ne sono la malsana teoria. I discorsi sloganistici dei cattivi maestri di basso livello di oggi mirano a influenzare e indirizzare le coscienze e per farlo non c'è scrupolo che tenga perché tutto è giustificato dal fine del bene dell'umanità. In fondo, questo modo strumentale di ricercare il consenso è ciò che avanza oggi del pensiero di Gramsci: la egemonizzazione delle menti con la dottrina del Pci o la coscienza di classe.
Il gramscismo dei poveri prevede che si possa sfruttare anche la tragedia di Israele, di Gaza e del Medio Oriente pur di dare addosso al governo Meloni e all'odiato libero Occidente capitalista. E' la solita indigesta frittata comunista.