Politica

Passeggeri ostaggi dello scalo. E c'è chi specula sui biglietti

A terra il ministro Poletti: a Cagliari lo attendevano in corteo per contestarlo. In Sicilia rincarano i biglietti

Volti tirati, occhi rossi per la stanchezza, costretti a fare la spola tra i banchi informazioni delle compagnie aree e i tabelloni, che mostravano solo voli cancellati. Così hanno passato la giornata migliaia di passeggeri, ostaggi dell'aeroporto Leonardo da Vinci. Per molti di loro, che si erano messi in auto di notte sapendo di dover partire prestissimo da Fiumicino, la via crucis è iniziata già nell'autostrada che collega il Gra al principale scalo romano, interdetta alla circolazione fino alle 10.15. La conseguenza è stato il totale congestionamento delle strade alternative per l'aeroporto.

«Siamo arrivati da Firenze alle 5 e dall'autostrada ci hanno dirottato sulla Portuense - racconta Marco, che sarebbe dovuto partire per Madrid - dove siamo rimasti incolonnati tre ore. E giunti in aeroporto la sorpresa: nessun decollo». Lo stesso è accaduto a Simone Rossi, che doveva volare con Alitalia a Parigi con i figli. Per molti l'Odissea è stata ancora più pesante, perché sono rimasti alla stazione Termini, da dove dalle 4.30 alle 10.10 nessun treno ha raggiunto l'aeroporto. Nel frattempo, in tutta la mattinata, sono atterrati solo 19 voli intercontinentali in arrivo a Roma. Per i viaggiatori un incubo: interminabili file ai check-in, attese estenuanti fuori dal terminal 1 e il rischio di vedere andar in fumo vacanze, gite scolastiche, appuntamenti di lavoro. «Alle 5.30 eravamo qui - dicono sconsolati tre giovani di Pisa - dovevamo partire con Vueling per Siviglia, ma era tutto invaso dal fumo. Sono passate 9 ore e non sappiamo se potremo imbarcarci su un volo alternativo». In fila ieri anche una scolaresca dell'Aquila, diretta in gita in Sicilia.

Storie diverse, stessi problemi: «Nessuno ci informa, nessuno ci dice nulla». Le compagnie che hanno annunciato cancellazioni e ritardi, hanno spiegato anche ai passeggeri coinvolti che sarebbero stati ricollocati su altri voli e il loro diritto al rimborso del biglietto in caso di cancellazione. Ma il caos ha avuto ricadute in tutti gli scali italiani. E c'è chi, oltre all'innegabile disagio, avrebbe visto aumentare anche il prezzo del biglietto. «È inaccettabile, ingiusto, immorale - denuncia il sindaco di Catania Enzo Bianco - il prezzo del biglietto Roma-Catania da 400 euro è passato a oltre 600 euro. L'Enac intervenga». Molte compagnie per assistere i passeggeri che dovevano rientrare in Italia, nel pomeriggio hanno fatto decollare voli «ferry», con solo equipaggio a bordo. Ma lo sforzo dei 400 uomini messi a disposizione da Adr per fronteggiare l'emergenza non sono bastati. E a Roma è rimasto anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che non ha potuto raggiungere Cagliari, dove era atteso da decine di cassintegrati, per un confronto a distanza con il leader della Fiom, Maurizio Landini. Finalmente alle 14.51 è partito il primo volo, diretto a Detroit, ma la situazione è rimasta pesante.

E oggi lo sarà di più perché ai disagi si somma la disperazione dei dipendenti dei 40 negozi andati in cenere, tra cui la pasticceria «Venchi» e la gioielleria Bulgari, che ora si interrogano sul loro futuro.

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