Il solito Di Pietro: "Ma quale riabilitazione, Berlusconi è un condannato che ha scontato la pena"

L'ex pm Di Pietro è scatenato: "Berlusconi dovrebbe fare un bel comunicato per ringraziare la Giustizia e lo Stato italiano"

Il solito Di Pietro: "Ma quale riabilitazione, Berlusconi è un condannato che ha scontato la pena"

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E così, appresa la notizia della riabilitazione di Berlusconi, l'ex pm di Mani pulite torna ad accusare il Cavaliere. Antonio Di Pietro non riesce a prendere atto della decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano, che gli ha restituito il diritto di candidarsi alle elezioni. "Io - premette l'ex leader dell'Italia dei valori - mi limito a valutare il caso in senso processuale: viene riabilitato chi è stato dichiarato delinquente, perché ha subito una condanna con una sentenza penale passata in giudicato e chi, dopo aver scontato almeno metà della pena, usufruisce del beneficio e della possibilità di poter 'ricominciare da capo'. Ma quelli che per conto di Berlusconi hanno chiesto la riabilitazione, sono dovuti partire dal presupposto che Berlusconi è stato condannato in via definitiva. Quindi non trasformiamolo in un eroe". Ecco servita la velenosa sottolineatura di Di Pietro.

"Berlusconi - insiste l'ex pm ed ex politico - non è una persona condannata ingiustamente o che è stata vittima di un errore giudiziario e che di conseguenza viene 'risarcita' per un torto subito, ma è una persona che, dopo essere stata condannata e aver scontato metà della pena che gli è stata inflitta, ottiene dallo Stato la possibilità di ricominciare da capo a 80 anni e passa e nella speranza che non faccia più danni".

La riabilitazione, ricorda l'ex pm di Mani Pulite, "non abolisce gli effetti della condanna" che gli è stata inflitta dalla Corte di appello di Milano nel 2013 e confermata dalla Cassazione per frode fiscale nel processo sui diritti televisivi di Mediaset. "Usare il vocabolo 'riabilitazione' in questi termini è fuorviante. La Legge Severino ha prodotto i suoi effetti", tanto è vero che Berlusconi ha perso il diritto di ricandidarsi alle elezioni. "Io la sentenza, ovviamente, non l'ho letta ma mi pare che si tratti di una valutazione discrezionale e che di conseguenza - nota ancora Di Pietro - può essere oggetto di impugnazione da parte della Procura generale".

"Ho letto che in tanti gioiscono per la riabilitazione. Di cosa gioiscono? Che la sentenza c'è stata, la condanna pure e che il condannato ha dovuto scontare metà della pena? Beh contenti loro... Io li capisco: uno viene condannato, sconta la sua pena e esce dal carcere, gioisce quindi per essere tornato libero". "Io mi arrabbio - attacca l'ex magistrato di Mani Pulite - perché io continuo a vedere un'informazione settaria e di parte, che insiste nel voler far credere agli italiani che abbiamo davanti un perseguitato innocente, che è stato ingiustamente privato dei suoi diritti politici. È proprio l'esatto contrario ed è quello che viene omesso che mi fa salire la pressione: Berlusconi è stato giustamente privato dei diritti politici ma una volta scontata la pena, come avviene per tutti i condannati, può ricominciare rifarsi una vita". "Berlusconi - conclude Di Pietro - oggi dovrebbe fare un bel comunicato per ringraziare la Giustizia e lo Stato italiano che, salvaguardando i suoi diritti, gli dà la possibilità di potersi guardare allo specchio e ricominciare con le mani pulite, se gli riesce".

È più forte di lui.

Di Pietro non riesce proprio a restare in silenzio, soprattutto quando c'è da prendere di mira Berlusconi. Del resto non fu proprio lui a dire, quando ancora vestiva la toga,"c i vado ioal dibattimento, perché io, a quello (sic), lo sfascio"? Il pupo perde il pelo, dicevamo, ma non il vizio.

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