Pochi casi, pochi tamponi. Praticamente un nulla di fatto nel bollettino di ieri, che chiaramente ha risentito della frenata domenicale. Quindi i 300 nuovi contagi registrati ieri rappresentano sì il dato più basso dal 29 febbraio, quando furono 240, ma a fronte di un numero di tamponi messi a referto più o meno dimezzato rispetto al solito: 35.241 rispetto ai circa 70mila degli ultimi giorni. Quindi il tasso di contagio resta sui livelli degli ultimi giorni, poco sotto l'1 per cento (precisamente lo 0,85), dato che cresce se si tiene conto solo dei tamponi su nuovi soggetti (20.676, la percentuale del 14,51 per cento).
Attualmente ci sono 55.300 positivi attivi, praticamente la metà rispetto al massimo toccato il 19 aprile (erano 108.257). Tra essi 541 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 12 pazienti rispetto a domenica (è dal 3 aprile che questo dato diminuisce costantemente), 8.185 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 428 pazienti rispetto a domenica e 46.574 persone, pari all'84 per cento degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Capitolo decessi: ieri il numero di morto è tornato a un livello, più credibile, 92 nuove croci da aggiungere a quelle contate negli ultimi tre mesi fino ad arrivare a quota 32.877. Domenica erano stati 50 ma con il bizzarro zero della Lombardia, che ieri è tornata a un più normale +34. La Lombardia resta di gran lunga la regione che ha registrato il maggior numero di decessi con un totale di 15.874, quasi quanto il resto dell'Italia messo insieme (17.003). La Lombardia spicca anche per il tasso di mortalità, pari al 18,19 per cento dei contagi totali, dato molto più alto di quello nazionale (14,28 per cento) e di quello dell'Italia senza Lombardia (11,90). I guariti ieri sono stati 1.502, il totale 141.981 .
Resta la sensazione che il rilassamento che sta contagiando gli italiani interessi al momento anche chi ha la responsabilità di tenere i conti dal quale - ci dicono - dipenderanno le scelte future. Dopo la scomparsa di 1.
390 morti qualche giorno fa dai conteggi in un report dell'Iss, dopo lo strano zero della Lombardia alla voce morti di domenica, ieri il sito del ministero della Salute riportava i dati del 23 maggio invece che del 25 maggio. Una svista, certo. Ma forse sarebbe il caso che almeno le istituzioni evitassero di farsi lo spritz.
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