Solo 38 dem non votano la fiducia: si spacca anche la minoranza Pd

Matteo Renzi incassa la prima fiducia: in extremis ha strappato una cinquantina di deputati alla minoranza. Nasce una nuova corrente nel Pd?

Solo 38 dem non votano la fiducia: si spacca anche la minoranza Pd

Alla fine sono appena 38 quelli che hanno voltato le spalle a Matteo Renzi (e che hanno mantenuto il loro proposito). Appena 38 dissidenti che non hanno votato la prima fiducia sull'Italicum.

Il premier è riuscito in extremis a tirar al suo mulino una cinquantina di deputati che hanno abbandonato la linea della minoranza Pd - fino a ieri sera compatta per il no - e ha così salvato (almeno per ora) la poltrona.

"La verità è che se, dopo la lettera che abbiamo mandato a Renzi con ottanta firme, per dire no alla fiducia fossimo stati compatti, non saremmo arrivati fino a qui", ha detto ieri un deluso Roberto Speranza, durante la riunione che ha portato il grosso di Area riformista (di matrice bersaniana) ad appoggiare il governo per "scelta politica". Il tutto mentre lo stesso Pier Luigi Bersani confermava che non avrebbe sostenuto Renzi.

Con lui sono rimasti Rosy Bindi, Gianni Cuperlo, Guglielmo Epifani. Enrico Letta, Stefano Fassina e Pippo Civati, solo per citare i big. Ed è proprio la Bindi a lanciare una frecciatina al premier: "Questo è il caso in cui i voti sono da contare e da pesare", ha detto, mentre Cuperlo minaccia: "Dopo lo strappo è difficile immaginare che non ci siano conseguenze sulla vita e sui tempi della legislatura". "I 50 responsabili di Area riformista? Sì, me li aspettavo", aggiunge Stefano Fassina, "La minoranza si definisce sulle posizioni che si prendono nei passaggi salienti della vita parlamentare, il congresso è chiuso: adesso la minoranza è quella che vota in modo diverso".

Nasce quindi una nuova corrente o ci sarà una scissione dal Partito democratico? "Dal Pd non ce ne andiamo", dicono in molti. Ma Fassina e Pippo Civati starebbero già pensando a un gruppo autonomo. Di certo i duri del partito sono diventati minoranza anche all'interno della minoranza.

"Oggi è finito il Partito democratico ma, direi di più, è finita anche la legislatura", pronostica intanto Renato Brunetta, che sottolinea: "Ecco, questo è il bel risultato di Renzi. Voleva fare le riforme insieme, ha costretto noi a sbattergli la porta in faccia perché non ha mantenuto la parola, ma ha fatto ben di più, ha distrutto il suo partito.

Oggi è ufficiale: il Partito democratico non esiste più. Forse esisterà tra qualche settimana o tra qualche mese il partito della nazione, ma il Pd, quello di Bersani, di Epifani, di Enrico Letta, non esiste più".

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