Roma. Una "carbonara" al cloroformio. A servirla a tre giovani turisti tedeschi un 39enne romano, arrestato con l'accusa di stupro aggravato.
I quattro si erano contattati attraverso una piattaforma social molto seguita «Couchsurfing.com». Come funziona? Ti ospito e ti offro il mio divano, o comunque un letto, in cambio farai altrettanto quando verrò a visitare la tua città. Tutto gratis. I tre ragazzi, uno minorenne, gli altri appena 18enni, accettano l'offerta dell'italiano. La sua abitazione, in piazza Re di Roma, è a un passo dalla metropolitana. La zona, San Giovanni, è centrale e l'uomo sembra davvero gentile.
«Vi preparo una spaghettata speciale, voi andate a comprare la pasta, al resto penso io» dice il romano. Quando i tre tornano c'è persino il cocktail di benvenuto. Qui iniziano a sentirsi male. Quando si siedono a tavola non fanno in tempo a dare l'ultima «forchettata» che si ritrovano stesi sul letto, completamente incoscienti. L'uomo, a quel punto, li violenta a turno, secondo quanto ricostruito dagli stessi assieme ai carabinieri e confermato dai referti medici dell'ospedale San Giovanni. Uno di loro, però, è sì stordito ma non abbastanza. E riesce a chiamare aiuto. Quando i carabinieri di piazza Dante arrivano sul posto la situazione è chiara. Il 39enne viene arrestato e portato in carcere. In attesa dell'interrogatorio di garanzia, il pm Francesca Cento avrebbe disposto altri accertamenti. Si indaga soprattutto sul passato del violentatore, un uomo incensurato, e sugli altri ospiti che sono passati nel suo appartamento attraverso l'app Couchsurfing. Si indagherebbe, inoltre, sul tipo di sostanza psicotropa utilizzata per addormentare i ragazzi. Farmaci prescritti dal medico di famiglia o altre sostanze fuorilegge? Indagini inspiegabilmente segretate, tanto che la Procura di Roma avrebbe vietato la diffusione alla stampa di ogni notizia, anche di particolari che non compromettono l'inchiesta. L'ennesimo «bavaglio» all'informazione? Fatto sta che il fattaccio, «uscito» nonostante il divieto del magistrato inquirente, ha immediatamente scatenato la psicosi fra i «surfisti» dei divani d'Europa. Il team di Couchsurfing, dal canto suo, si sarebbe già messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Da stabilire se, effettivamente, si è trattato di un caso isolato, se l'uomo sia un violentatore seriale o se appartenga a una rete di criminali che agisce grazie alla notorietà e alla diffusione della piattaforma californiana di scambi turistici in economia. Un sistema utilizzato soprattutto da studenti o comunque ragazzi molto giovani. Couchsurfing, dal canto suo, avrebbe un team incaricato proprio della sicurezza.
Un sistema di monitoraggio che si baserebbe, però, sui commenti e i giudizi lasciati dai vari utenti. L'affidabilità sarebbe data da ciò che raccontano i viaggiatori sui loro ospiti. Qualcosa, in questo caso, non avrebbe funzionato.
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