Rob O'Neill, 38 anni, un energumeno col nome e la faccia da irlandese. Capelli rossicci, pelle chiara, fisico da quarterback, una predilezione per le birre scure, si direbbe. Uno tosto. Magari non una testa finissima, anzi; ma non c'è bisogno di sapere chi era Baruch Spinoza per arruolarsi nei marines. O'Neill, noto finora col nome d'arte di «The shooter» , è il Navy Sea l che la notte del primo maggio 2011 uccise Osama Bin Laden piantandogli tre pallottole in testa nel suo nascondiglio di Abbottabad, Pakistan. Da ieri, c'è da scommetterci, la sua foto (ce n'è una che lo ritrae in divisa da Action Man su una spiaggia della Liberia) campeggerà in ogni scuola coranica, dal Pakistan all'Indonesia e ritorno. Obiettivo di ogni bravo studente musulmano: staccargli la testa, infilarla su una picca e ostentarla al vasto popolo dei fedeli in attesa di vendetta. Uno qualsiasi non ci dormirebbe la notte. Rob O'Neill, naturalmente, ha già detto che di minacce del genere lui e suo padre Tom si fanno un baffo. Suo padre, sì, perché è stato proprio Tom, vecchia lenza di cacciatore di orsi, su nel Montana, a raccontare la storia di suo figlio al Daily Mail , bruciando lo scoop di Fox Tv che manderà in onda, il 10 e l'11 novembre, una lunga intervista ( «Th e man who killed Bin Laden» ) al militare protagonista della storica missione con il Team Six .
Che cosa abbia indotto padre e figlio a fare outing (a parte le palanche sborsate dai media e la smania di protagonismo, malattia incurabile dell'evo moderno) non si sa bene. Anche se il desiderio di vendicarsi dell'amministrazione ha avuto certamente la sua parte. Nonostante un curriculum da paura, e un medagliere impressionante, Rob nel 2011 era stato buttato fuori dai Seals dopo 16 anni di servizio invece dei 20 regolamentari, per le sue vanterie nei bar. «Bin Laden? L'ho ammazzato io» strillava questo fesso tra una Budweiser e una Dirty Bastard . A Fort Bragg, qualche generale cominciò a pensare che quel ragazzo era sì un'ottima testa di cuoio ma anche una formidabile testa di c ..
In un'intervista anonima lo spaccone s'era del resto già lamentato perchè l'avevano buttato fuori senza pensione e senza copertura sanitaria. L'ex incursore di Marina, che oggi tiene conferenze sulle «tecniche motivazionali», ha partecipato a centinaia di missioni tra Afghanistan e Iraq, guadagnandosi 52 tra riconoscimenti e medaglie al valore.
O'Neill era nel commando che salvò il comandante della nave Maersk Alabama finita in mano ai pirati somali, e nel blitz che portò al recupero di un'unità caduta in un'imboscata talebana. Storie che hanno ispirato, insieme alle imprese di O'Neil, altrettanti film: Zero Dark Thirty , Captain Phillips e Lone Survivor . Gli O' Neill, perfetti nel ruolo dell' american hero hollywoodiano, sono di Butte, nel Montana, cittadina un tempo famosa per le miniere di rame e oggi travolta dalla crisi. Avete presente la figura del cowboy, Stetson sul capo, camicia a quadri con la mitica Marlboro all'angolo della bocca, e la scritta « Come to where the flavor is » Il vecchio Tom, 65 anni, è uno così, con la casa piena di fucili e di animali imbalsamati: orsi, cervi, pecore «bighorn », alci, caribù. Quando hanno chiesto a suo figlio che cosa lo aveva indotto ad arruolarsi tra i marines, Rob disse di una storia d'amore finita male quando aveva 19 anni.
Ma suo padre la racconta diversamente: «Eravamo andati a caccia e un amico ci aveva chiesto se poteva portare uno che era stato nei Seals . Ci aspettavamo un gigante, uno capace di alzare una casa a mani nude. Invece era uno come noi, uno normale. Rob lo guardò e disse: bè, se lo può fare lui, allora lo posso fare anch'io».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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