Sospiro di sollievo a Modena: niente disordini e strade pulite

Sospiro di sollievo a Modena: niente disordini e strade pulite

Modena Il day after di Modena sembra un giorno qualsiasi. Come se nulla fosse successo. Come se il giorno prima non ci fosse stata una fiumana di gente che nemmeno quattro volte la popolazione della città. In centro è tutto pulito, al posto del maxi schermo in piazza Grande ci sono gli invitati a un matrimonio in attesa della foto assieme alla sposa. È una domenica mattina qualsiasi, con gli anziani in bici e le colazioni lente. Prova superata. Vasco parla di una «tempesta perfetta» e si prende anche i complimenti del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nonostante le frecciate che sabato sera gli ha lanciato dal palco. Lui e il ministro dell'Interno Marco Minniti non possono non ammettere che quella di Vasco è stata «una festa italiana di musica e libertà». Il sindaco di Modena parla di «modello Modena da esportare» e nessuno si sente di dire che sta esagerando.

Così è stato: una macchina organizzativa ben oliata che comincia a funzionare sulle ultime note di Albachiara, la canzone con cui Vasco da sempre chiude i concerti. L'accordo al pianoforte per i tecnici dietro le quinte è il segnale: infilano il caschetto giallo e cominciano a lavorare per smontare i maxi schermi. Tanto che al mattino già la metà del mastodontico palcoscenico non c'è più. Dalla fine del concerto fino al mattino è un lento defluire silenzioso di ragazzi. E ti rendi conto che basterebbe un attimo perché scoppiasse qualche disordine. La folla è talmente fitta che si muove come un essere unico. Per fortuna non accade nulla e il popolo di Vasco, che ormai è fatto principalmente da quarantenni con la foto del figlio sul telefonino, dimostra un'enorme civiltà e pazienza. Qualche tensione solo alla stazione, dove l'ultimo treno parte alle sette del mattino e non è semplice la convivenza sulle banchine a sgomitare per un posto in carrozza o per accaparrarsi un angolino per dormire a terra. I 7mila modenesi tornano a piedi, al massimo in bici. I 20mila della provincia si mettono in auto. Con loro le migliaia di fans provenienti da ogni parte d'Italia: una processione infinita fino alle sei del mattino, quando tutti alzano la testa al cielo per salutare un elicottero: quello di Vasco che, a sorpresa, decide di andare a Rimini per cantare Albachiara alle prime luci del mattino in riva al mare. Alle quattro le vie dell'area rossa, a ridosso del parco, sono già pulite. Quelli con la pettorina «pulito è rock», entrano in azione appena i fans lasciano campo libero. Entro stasera anche il prato sarà liberato dall'immenso lenzuolo di rifiuti con cui ha dovuto convivere.

Insomma, il bilancio è positivo.

I soccorritori del 118 confermano: solo qualche balordo un po' ubriaco, qualche mancamento e un paio di fratture. Troppe spinte nella folla? No, effetti collaterali dei tornei al calcio balilla organizzati in uno stand all'interno del parco.

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