«Cara Giulietta, incido sul tuo palcoscenico la mia lettera d'amore. Il nome, solo il nome, del mio amato e il mio, uniti per sempre». Il rito è ripreso. Muro di Giulietta Capuleti a Verona. Un mese e mezzo fa era color paglierino, intonso, nudo. Due «pagine» bianche si mostravano ai lati del corridoio che immette nel cortile della casa dove lacrime e sorrisi s'incastonano in firme che spiccano in pubblica immortalità. Questa casa con un balcone inventato è il diario d'amore più autentico al mondo, forse perché aperto dal genio di William Shakespeare e quindi neppure da paragonarsi ai diari delle varie Bridget Jones o di Sex and the City .
Una delle menti più rarefatte d'Europa decise che si perpetrasse a Verona il primo sigillo dell'ars amatoria, l'arte di chiamarsi per nome. «Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?». Bello e perverso il gioco: il nome era contro i due innamorati di famiglie rivali, ma era anche il sigillo del loro puro e primo bene. Verona era stanca di vedere le pietre segnate da scritte e da organiche impronte di ricordini non graditi, come le chewing gum masticate che rimangono solo su una parte del muro del cortile, e così un mese fa ha ricoperto le due pareti del corridoio con grandi tavole in legno sottile, intonacate di giallo paglierino per ridare valore al mito.
Erano gli inizi d'agosto quando, passando da via Cappello, si rimaneva abbagliati dalla pulizia di «fogli» di un nuovo quaderno. Il muro di Giulietta: una pagina bianca come una colomba. L'entrata chiara pareva emettere lo stupito rintocco da campanella di un primo giorno di scuola. In questa scuola d'educazione sentimentale ad agosto è iniziato dopo anni e anni d'ininterrotta tradizione un altro diario. Oggi, 4 settembre 2015, le tavole di legno sono già scritte in ogni tipo di lingua, soltanto la parte più in alto rimane impermeabile a ogni brama d'attacco scrittorio, ma sarà ancora per poco. Il rito non ha fine, anche se ora firme, frasi, cuoricini, croci sono impresse su una parete lignea. Non si firma più sul muro.
Quando il foglio sarà pieno di «Giorgia e Riccardo», «Elizabeth and James», «Gertrud und Reiner» e nomi in tutte le pronunce del mondo, probabilmente potrà essere sostituito con un altro foglio di legno pulito. Ci sono cuori di carta e cerotti. «Simboli delle ferite d'amore che sono tante ma le più belle. In questa casa ci sentiamo eroi e eroine del cuore, piccoli e forti. Il cerotto è più significativo del lucchetto» spiega Violetta, una turista di Pesaro. Le donne salgono sulle spalle dell'amato per rendere sempiterne le lettere essenziali della «corrispondenza d'amorosi sensi». Alle persone semplici non servono molte parole per esprimere l'indissolubile legame dei palpiti che Amor non perdona, sono sufficienti gli appellativi del battesimo. Quando Amore lancia le sue frecce il primo suono che rintocca in modo diverso è il nome. «Romeo, le mura del cortile sono irte da scalare» diceva Giulietta. Lo sono ancora, ma sono anche un fonte battesimale rinfrescato per chi immerge il pennarello.
Gli innamorati del mondo devono sapere che oggi scriveranno su una pagina in legno, la stessa materia viva del celebre Globe Theatre di William Shakespeare, e di cui sono fatti tutti palcoscenici del mondo, perché è nell'amore che assaporiamo la recita del destino, nella felicità o nella pena.
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