Coronavirus

"Sottovalutare il fenomeno è pericoloso L'Europa coordini meglio l'emergenza"

Il virologo: «Ancora niente casi in Africa, ma giusto fare i controlli»

"Sottovalutare il fenomeno è pericoloso L'Europa coordini meglio l'emergenza"

I 343 migranti a bordo della Open Arms, sbarcata a Pozzallo, sono stati sottoposti a controlli un po' più capillari rispetto al solito. Si teme che tra loro si celino casi in incubazione di Coronavirus. E se così fosse sarebbe deleterio. Tuttavia a dare la giusta dimensione agli allarmismi sul rischio «bomba Africa» è il virologo Roberto Burioni.

Burioni, il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza ha parlato del rischio Coronavirus nel Continente nero. Secondo lei c'è un reale pericolo di contagio che arriva dall'Africa?

«Al momento stiamo ipotizzando uno scenario che non si è verificato. Se ci fossero dei casi reali mi preoccuperei anche io, ma finora non è capitato. O meglio, sono stati richiesti dei test, ad esempio per un caso sospetto in Costa d'Avorio, ma hanno dato risultato negativo».

Quindi reputa eccessivi questi controlli sulle navi arrivate dalla costa africana?

«I controlli vanno fatti, non sono mai eccessivi. Diciamo che qualsiasi sotto valutazione del fenomeno è molto pericolosa, qualsiasi sopra valutazione semmai fa perdere un po' di tempo e di denaro. Se si rivela inutile, tanto meglio».

Però se l'Africa dovesse fare da amplificatore al virus sarebbero guai seri.

«Certo. Ma preoccupiamoci delle cose reali. In questo momento non sconsiglierei a nessuno di disdire un viaggio in Africa per il Coronavirus. Piuttosto da lì arriva la malaria, e quella si che è un pericolo vero. E sottovalutato. Consideriamo che la zanzare resta il pericolo più grosso e letale per l'uomo e ha provocato centinaia di milioni di vittime».

Ora che il virus cinese è stato isolato, quanto dovremo aspettare per avere il vaccino?

«Verosimilmente ci vorranno anni. Un paio se va bene, non si possono prendere scorciatoie. Quindi non abbiamo tempo. Questa epidemia va contenuta con le armi che abbiamo e cioè con l'isolamento e con la diagnostica».

E con la prevenzione? Penso ai milioni di mascherine vendute in questi giorni.

«Quelle non servono a prevenire il contagio. Servono a chi è malato, questo sì. E comunque ribadisco che al momento in Italia non c'è nessun motivo di preoccuparsi».

Eppure i ristoranti cinesi sono vuoti e le paure della gente, seppur immotivate, non si placano.

«Questi allarmi continui non sono necessari: bisogna basarsi solo sui casi confermati ed è davvero odiosa questa discriminazione contro i cinesi e contro gli italiani di origine cinese. È una cosa barbara. Detto questo, è stato un bene sospendere i voli da e per la Cina.

Sperando che la Cina riesca a contenere l'epidemia, penso comunque che l'Europa dovrebbe imparare a coordinarsi meglio per gestire l'emergenza».

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