Soumahoro, la suocera: non pagavo

Le prime ammissioni sui mancati stipendi a una dipendente: "Eravamo in difficoltà"

Soumahoro, la suocera: non pagavo

Truffa aggravata, false fatturazioni e malversazione di fondi pubblici: queste le accuse nei confronti di Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Soumahoro. Proprio oggi - con le indagini che sono a buon punto, a detta della Procura di Latina - la donna «riconosce quanto rivendicato» da una sua lavoratrice e - come si legge nella relazione dell'ispettorato del lavoro - accetta di pagarle, a rate, circa 20mila euro.

Una piccola ammissione, quella della presidente della Karibu, che ha aggiunto che ai tempi era in «difficoltà», ma che non chiarisce però la completa malagestione delle coop. E nel vortice ci finisce inevitabilmente anche Laura Boldrini che, proprio nell'anno in cui la Karibu era stata pignorata dal Tribunale, consegnò il premio alla presidente come «migliore imprenditrice immigrata dell'anno». Uno scivolone difficile da recuperare e che Striscia la Notizia non le perdona consegnandole il Tapiro d'oro. «Io mi sono limitata a consegnare un premio che era stato deciso da una giuria d'onore di cui io non ne facevo parte». E, in pieno stile Pd, si giustifica dando la colpa ad altri: «Penso che avrebbero dovuto fare loro questo lavoro (di verifica, ndr)».

Aboubakar Soumahoro in tutto ciò continua a restare in silenzio, nonostante le indagini si stiano concentrando anche sui fondi del progetto Perla destinati, in teoria, alla lotta per il caporalato ma che sembrerebbe abbiano trovato altre strade. E proprio su questo, la realtà di Foggia resta nel caos, abbandonata dai riflettori ma scenario di aggressioni e minacce dopo i fatti rivelati negli ultimi giorni. Il coordinatore dell'associazione Anolf infatti, dopo che ha condotto proprio noi de il Giornale all'interno del ghetto, è stato fermato e minacciato dagli uomini della Lega Braccianti e dell'Usb tanto che ha dovuto lasciare la città per evitare conseguenze poco piacevoli.

«La lotta è sempre stata tra Lega Braccianti e Usb. Soumahoro contro Caruso», ci hanno raccontato nel ghetto. Francesco Saverio Caruso, attivista no global ed ex parlamentare è infatti il rappresentante Usb di Foggia e la guida dei delegati che vivono nel ghetto. Proprio lui ha deciso, però, di restare lontano dalla questione limitandosi, come sindacato, a mandare una breve nota di «cortesia». La stessa cortesia che non riserva ai giornalisti ai quali risponde, come è successo anche a noi, in malo modo e con tono offensivo.

Sembrerebbe essere proprio questo il punto: la lotta all'egemonia del ghetto contesa tra Lega Braccianti - dopo che Soumahoro ha abbandonato proprio Usb per creare la sua nuova realtà - e le vecchie guardie sindacali che non accettano di vedersi togliere il potere di un regno che, sì è abbandonato, ma la cui gestione porta incassi non indifferenti.

«Abbiamo paura degli uomini di Usb e di Lega Braccianti. Hanno fatto del male a molte persone qui e chiedono soldi anche per un materasso o per dormire al caldo», ci dice un abitante del ghetto.

Cosa che sembrerebbe confermata dal presidente Anolf che, anche se precisa che non ci siano dati precisi sulla cosa, sostiene che i due gruppi si contendano la gestione dei container di dotazione della protezione civile mettendoli in affitto ai braccianti.

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