Spadafora scarica sui club La politica litiga per il pallone

Il ministro dello Sport: «Giusto rinviare, hanno deciso le squadre». Salvini attacca: «Si doveva giocare comunque»

Spadafora scarica sui club La politica litiga per il pallone

È polemica per la decisione della lega serie A di rinviare al 13 maggio cinque partite tra cui Juventus-Inter a causa dell'emergenza per il Coronavirus. Per il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora va tutto bene. «L'emergenza a seguito dei casi di Coronavirus in Italia - ha scritto in una nota - ha costretto il Governo e le altre Autorità a prendere decisioni impopolari, ma necessarie. In vista dei prossimi appuntamenti, la valutazione unanime dei vertici del mondo sportivo e calcistico è stata quella di prediligere il rinvio piuttosto che giocare negli stadi vuoti. Decisione autonoma, che come ministro competente ho accolto con favore. Trovo però non accettabile giudicare le scelte secondo una visione di parte. Come la politica, così lo sport dovrebbe essere in grado di andare oltre il proprio diretto interesse».

Perché i tifosi di tutta Italia si sono scatenati sui social, coniando hashtag ad hoc tra cui #Fermiamostapagliacciata e #Campionatofalsato. E la polemica diventa surreale, considerando che dal governo, con ratifica del prefetto di Torino Palomba, arriva l'idea di giocare la sfida di coppa Italia di mercoledì tra Juventus e Milan a porte aperte ma con l'esclusione di tifosi provenienti dalle zone a rischio.

Tra i più critici i politici, tra i quali il leader della Lega Matteo Salvini, che su Twitter scrive: «Porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli Italiani qualche ora di serenità e al mondo un'immagine di tranquillità».

Sulla stessa linea il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa: «La decisione di rinviare a maggio la partita Juve-Inter senza neanche la condivisione della Lega e di tutte le squadre interessate - spiega - costituisce oltre che una palese ingiustizia sportiva capace di falsare il campionato, un errore privo di alcuna seria ragione di prevenzione. Solo tre giorni fa, i tifosi della Juve hanno potuto seguire la loro squadra in Francia, mentre ora non hanno il permesso di seguirla nella loro città. Non è vietata alcuna attività lavorativa lasciando ai cittadini la libertà di tutelarsi come meglio ritengono». E prosegue: «Non si capisce perché ciò non possa accadere allo stadio che peraltro non è un luogo chiuso. Resta il sospetto che il rinvio finisca col favorire chi lo ha pur lecitamente chiesto a discapito degli altri». Un rinvio, infatti, potrebbe portare qualche problema all'Inter, che già deve recuperare una partita che aveva saltato con la Sampdoria. Se arrivassero in finale di Europa League dovrebbero partecipare a otto partite nel periodo compreso tra il 3 e il 27 maggio. Per La Russa tutti i match andavano sospesi facendo slittare il calendario in avanti di una settimana. Intanto il governatore della Ligurtia Giovanni Totti ha spiegato che la decisione se giocare domani Sampdoria-Verona, al momento prevista a porte aprte, verrà presa soltanto oggi.

L'ad dell'Inter Beppe Marotta parla di «momento delicato in cui ci sono problematiche di salute ed economia e lo sport viene dopo, ma facendo autocritica la cosa poteva essere affrontata prima senza prendere decisioni all'ultimo momento». Per lui «la prima cosa è la tutela della salute di tutti, questo è il primo obiettivo.

In questo momento - continua - sono molto preoccupato perché vedo anche la prossima giornata da gestire ed è difficile alla luce di un calendario pieno di impegni. Chiediamo di convocare un'assemblea quanto prima o un consiglio Figc».

Insomma, chiudi in casa gli italiani per un virus potenzialmente letale, ma non togliere loro il calcio.

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