Madrid Con il rientro a sorpresa dei socialisti al governo, grazie al successo della mozione di sfiducia di Pedro Sánchez, che un mese fa ha mandato in pensione Mariano Rajoy e il suo esecutivo, la sinistra spagnola ritorna su uno dei suoi temi più cari: l'eguaglianza di genere. In un Paese che non ha nulla da invidiare ai governi del Nord Europa per la presenza di donne nell'amministrazione, la neo vice premier e neo ministra dell'Eguaglianza, ora punta il dito sulla Costituzione per denunciare che «trasuda machismo». Le fa eco Clara Serra, deputata di Podemos nella Comunità di Madrid, che attacca la Real Academia, custode ufficiale della lingua di Cervantes e colpevole di «sessismo nell'esprimere i concetti base in una lingua che deve prestare attenzione alla parità».
Non ha tardato la risposta di Arturo Pérez Reverte, direttore della Real Academia. Semplice e diretta: «Soltanto una montagna di sterco politichese». Reverte, toccato nel suo decennale sforzo di difensore del puro castigliano dall'imbarbarimento (le distorsioni linguistiche sudamericane), si è rivolto così alla vice premier e ministra Calvo, autrice della proposta di legge per epurare il «machismo» dalla Carta del 1978. «Vuole evitare il maschilismo nella lingua? E allora perché non comincia lei col cambiarsi il nome da Carmen Calvo a Carmen Calva? Qui stiamo confondendo la grammatica con il maschilismo».
La ministra Calvo, che si aspettava una collaborazione più profondo dell'accademico, che ora minaccia di lasciare l'incarico e di andare per vie legali, ha detto di voler proseguire per la sua strada e ripulire il «sessismo costituzionale».
Pablo Casado Blanco, fresco della nomina a presidente dei popolari spagnoli, ha chiesto «di non occupare il Parlamento con proposte che nulla giovano al Paese», mentre la combattiva Serra ha proposto una lista di donne per sostituire Reverte alla Real Academia in caso di sue dimissioni, spingendo allo scontro. L'entusiasmo per l'eguaglianza di Stato ha colpito anche un comune di Valladolid: con 100mila euro ha adeguato i suoi cartelli stradali. Non solo omini nei segnali, ma anche «omine».
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