Guerra in Ucraina

In Spagna la prima fornitura di grano

La nave ha aggirato il blocco dei porti passando per il Mar Baltico

In Spagna la prima fornitura di grano

Si sbloccano, senza l'intermediazione di Recep Tayyip Erdogan, le prime 18mila tonnellate di mais ucraino dopo la crisi innescata dall'invasione russa. Ieri la nave Alppila è giunta in Galizia dopo un viaggio via terra dall'Ucraina fino al porto polacco di winoujcie, in seguito via mare con scalo a Brunsbüttel, in Germania e infine in Spagna.

È questa la prima risposta concreta alle cosiddette rotte alternative del grano, i cui quantitativi sono rimasti bloccati in Ucraina e altri dirottati su altre navi e, si dice, altre destinazioni come Siria e Libano. Proprio per evitare il blocco russo nel Mar Nero, e dal momento che lo specchio d'acqua dinanzi al porto di Odessa andrebbe sminato prima di far transitare delle navi, l'arrivo al porto di La Coruna di questa prima nave è stato salutato come l'inizio della cosiddetta «nuova rotta marittima nel Mar Baltico». Sul tema si è tenuta ieri a Lussemburgo l'informativa della Commissione Europea sulla situazione del mercato mondiale dei cereali e in particolare in Ucraina, su cui il commissario Ue all'Agricoltura Janusz Wojciechowski ha indicato la priorità immediata, ovvero «portare via il grano dall'Ucraina». E annuncia di stare lavorando per fornire «modi alternativi per assicurarci che il grano bloccato in Ucraina arrivi sui mercati il più rapidamente possibile». L'obiettivo è aiutare l'Ucraina ad esportare 20 milioni di tonnellate di cereali dal raccolto precedente, ma è anche fondamentale che i porti ucraini del Mar Nero siano nuovamente operativi» lasciando aperta la seconda opzione sul tavolo, che tra l'altro è anche quella con più rischi geopolitici in pancia. Uno di essi è stato ribadito dalla Casa Bianca, che annuncia il suo impegno per contenere l'impatto dei prezzi alimentari e del gas sulle famiglie. Secondo il presidente Usa, Joe Biden, dopo aver aiutato i Paesi europei a ridurre la dipendenza dalle forniture energetiche russe, «stiamo lavorando attivamente per sbloccare i 20 milioni di tonnellate di grano che si trovano nei porti ucraini, che i russi stanno bloccando».

Ma la trasformazione del grano da risorsa a clava per offendere nemici e concorrenti, in sostanza c'è già stata, come osservato anche dal coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, secondo cui Putin «ha trasformato il cibo in un'arma». Nello specifico infatti il blocco delle esportazioni russe, ha aggiunto, «avrà un impatto globale, probabilmente sentiremo alcune ripercussioni anche qui, motivo per cui stiamo lavorando così duramente per cercare di trovare percorsi alternativi per ottenere il grano», mentre in Ue si assiste alla seconda revisione al ribasso in due mesi delle previsioni di raccolto di cereali: per questa ragione gli ucraini bussano denari, visto che la produzione potrebbe essere inferiore al 40-50% rispetto allo scorso anno. Intanto da Kiev resta intatta la volontà di aprire i due corridoi terrestri, verso Romania e Polonia, anche questi alternativi al Mar Nero: il Delta del Danubio, che confina con Odessa, è in cima alle preferenze dell'Ue dal momento che rientra in quella macro area che è interessata dall'allargamento dell'Ue a est, quindi accompagnata da un ombrello di sicurezza, giuridico e militare. Il prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 giugno dovrà certificare le nuove rotte del grano, oltre che pronunciare il sì all'Ucraina in Ue, su cui almeno cinque membri sono contrari.

Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi ne parleranno di persona con Volodymyr Zelensky in occasione dell'imminente viaggio a Kiev, ma senza dimenticare gli attuali numeri che caratterizzano il commercio Ue-Russia: le importazioni tedesche da Mosca hanno raggiunto la cifra record di 16 miliardi di euro dall'inizio dell'anno.

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