Nelle immagini che attraverso i social e hanno fatto il giro del mondo si vede un uomo in tuta mimetica, con un elmetto dotato di telecamera e il volto coperto da una maschera. Ha un fucile d'assalto e una granata, che lancia senza pietà. L'ordigno rimbalza in strada, uccide una donna nei pressi del cimitero ebraico, mentre l'attentatore apre il fuoco verso una rivendita di kebab e toglie la vita a un'altra persona, un uomo, ferendone altre due in maniera grave. Il dramma di Halle, località di 240mila abitanti della Sassonia, a 30 chilometri da Lipsia, si è consumato in pochi e concitati istanti appena dopo le 14. È stato un assalto di matrice terroristica, legato a gruppi neonazisti (la Sassonia è uno dei lander dell'ex Ddr dove più forti sono i consensi per l'ultradestra). L'autore dell'attacco, in manette, è tedesco, bianco, 27 anni. Secondo il quotidiano Bild si chiama Stephan Balliet, neonazista che ha diffuso tutto in diretta streaming su Internet con un video di 35 minuti, dal momento in cui si dirige verso la sinagoga con l'auto carica di armi e munizioni sui sedili fino all'uccisione di due persone. Durante l'azione, il killer inveisce contro gli ebrei e pronuncia la frase registrata dalla videocamera sull'elmetto: «Gli ebrei sono le cause di tutti i problemi».
L'obiettivo è chiaramente la comunità ebraica di 700 persone che vive nella città tedesca e proviene dall'ex Unione Sovietica. I due aggressori, ma gli inquirenti stanno verificando l'esistenza di complici, hanno voluto colpire i simboli ebraici nel giorno del Yom Kippur, la festa della riconciliazione. Non a caso l'aggressore immortalato nella sequenza video, ha tentato di farsi largo nella Sinagoga (situata a 400 metri dalla tavola calda), dopo aver lanciato una granata nel cimitero adiacente e sistemato ordigni rudimentali lungo il perimetro. «Gli assalitori hanno cercato di entrare nell'edificio sparando sul portone, ma il servizio di sicurezza ha impedito l'ingresso - ha raccontato il presidente della comunità ebraica di Halle, Max Privorotzki - in quel momento all'interno del tempio si trovavano 70-80 fedeli riuniti per la giornata della ricorrenza religiosa». Una volta compiuta a metà la «missione», i terroristi hanno aggredito un tassista e a bordo dell'auto rubata si sono dati alla fuga. Entrambe le vittime, fa sapere in una nota il ministero degli Interni, non erano di religione ebraica. Un altro testimone ha parlato all'emittente Ntv della donna trucidata: «L'assassino correva e sparava ad altezza d'uomo. Oltre al fucile aveva due pistole sistemate in una cintura. Non c'era molta gente in strada, ma non si può morire in quella maniera. Io ho trovato riparo sotto un'auto». Le indagini proseguono a tutto campo. Halle è blindata e i posti di blocco sono stati allestiti in tutta la regione. La Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, ha chiuso per sicurezza la stazione della città.
Un portavoce ha confermato che c'è stata anche una sparatoria a meno di 20 chilometri da Halle, nel paesino di Landsberg. Anche in questo caso sono stati presi di mira simboli ebraici, Sinagoga e cimitero. Tutto questo mentre le comunità online di estrema destra chiamano l'ignoto sparatore «santo», come riporta su Twitter Rita Katz, direttrice di Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo sul web, ricordando che lo stesso epiteto fu da loro rivolto a Brenton Tarrant, il terrorista di estrema destra autore del massacro nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda.
E sempre su Twitter il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas parla di «attacco al cuore della nazione. Noi tutti in questo Paese dobbiamo agire insieme contro l'antisemitismo». Fenomeno che da Israele Netanyahu definisce «dilagante in maniera pericolosa».
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