Lo "spazzacorrotti" fa la prima vittima: in cella ex consigliere comunista

Lorenzo Castè, ex consigliere regionale ligure di Rifondazione, già condannato a 4 anni e 7 mesi per le "spese pazze", è finito in carcere per effetto della legge grillina che equipara il peculato a reati come omicidio e associazione mafiosa

Lo "spazzacorrotti" fa la prima vittima: in cella ex consigliere comunista

Le condanne per peculato non si possono scontare ai domiciliari o in modo alternativo. Lo prevede la legge 3/2019, ribattezzata dal Movimento 5 Stelle - che la considerava la madre di tutte le battaglie - legge "spazzacorrotti". Proprio in virtù di questa normativa, è stato arrestato l'ex consigliere regionale ligure di Rifondazione Comunista, Lorenzo Castè. 61 anni, Castè - riporta l'Ansa - è stato prelevato lunedì nella sua casa di Corniglia (La Spezia) e accompagnato nel carcere di Villa Andreino, dove sconterà la sua pena.

L'esponente comunista (poi transitato nel gruppo misto Udeur-Sinistra indipendente) è il primo politico arrestato per effetto della legge approvata dal governo Conte, denominata "Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici". L'ex consigliere del Prc - che oltre alla condanna in sede penale è stato obbligato dalla Corte dei Conti ligure a risarcire complessivamente 135 mila euro per avere utilizzato a fini personali contributi pubblici destinati in teoria alle sole attività istituzionali - non è l'unico ex consigliere regionale condannato per peculato. Infatti, nell'ambito del processo sulle cosiddette "spese pazze", sono stati condannati in primo grado altri 19 colleghi di Castè: tra loro anche l'ex sottosegretario Edoardo Rixi, dimessosi dal governo dopo la condanna a 3 anni e 5 mesi.

"Chiederemo la grazia a Mattarella"

Casté è stato prelevato nella sua abitazione a Corniglia - dove lavora come produttore di vini - e accompagnato al carcere spezzino di Villa Andreino.

Sulla sentenza passata in giudicato c'era stato anche un ricorso in Cassazione che è stato ritenuto inammissibile. Subito dopo l'arresto il suo legale, l'avvocato Daniele Granara, ha annunciato che verrà chiesta la grazia al presidente Mattarella.

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