Per dare più forza alle vaccinazioni, i governi e le cancellerie europee tracciano una linea comune: quelle di chiusure parziali o complessive in buona parte del Vecchio continente. Da un lato le restrizioni, che tornano e mettono alla prova i nervi dei cittadini, dall'altro le quarantene per chi rientra dall'estero, come in Germania (ieri 104 casi Covid ogni 100mila abitanti). Vista l'incidenza del virus, risalita ben oltre la soglia per tornare al lockdown duro, Angela Merkel vedrà oggi i Länder con l'idea di rinnovarlo fino ad aprile inoltrato, nonostante lo stress di un Paese in blocco da dicembre abbia portato in piazza migliaia di cittadini. Anche se in serata il commissario Ue responsabile dei vaccini, Thierry Breton, lancia un messaggio di speranza: «Il 14 luglio avremo la possibilità di ottenere l'immunità di gregge. E non ci sarà bisogno dello Sputnik V».
Niente sconti sulle restrizioni neppure in Italia, ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza: «È ancora un momento difficile, la curva è molto alta e le misure sono indispensabili». Utili però a guardare in prospettiva ottimistica all'estate, entro cui l'esecutivo conta di portare il Paese fuori dall'emergenza e riaprire al più presto anche le attività culturali: «A fine primavera vedremo un miglioramento significativo - insiste Speranza - avremo un'estate diversa, ma non ci sarà un momento X, è un percorso graduale, ma resta l'Italia a colori anche dopo il 6 aprile».
ino al reset estivo, restrizioni giudicate «indispensabili». Tanto nel Belpaese, quanto Oltralpe. La Francia, già da sabato, ha infatti «riconfinato» un terzo del Paese: 21 milioni di abitanti in lockdown-soft e altri dipartimenti pronti al medesimo destino. Per «almeno un mese», vietati gli spostamenti interregionali e serrata delle attività non essenziali: circa 100mila esercizi commerciali chiusi. Il piano francese si muove tra coprifuoco e vaccinazioni: «30 milioni entro metà giugno». Obiettivo comune: normalità in estate. Anche il Belgio rafforza la prevenzione. Il premier Alexander De Croo spiega che a marzo era previsto un aumento dei casi, ma si è verificato più rapidamente soprattutto nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Alunni delle elementari in classe con le mascherine e capacità dei treni dimezzata. «Decisive» nuove misure, in arrivo prima di Pasqua.
Pure in Gran Bretagna l'obiettivo è ritrovare la normalità entro il 21 giugno, specie a fronte della crescente insofferenza, non più soltanto «di piazza». Ma ormai pure «politica». Il vaccinato premier Boris Johnson insiste sul riavvicinarsi della libertà, ma tiene il Paese ancora in stretta sorveglianza. I deputati conservatori e vari ministri pressano il leader che in settimana annuncerà un nuovo timing per l'allentamento delle regole. Oltre metà del Regno Unito è stato vaccinato con la prima dose. Contagi e ricoveri in terapia intensiva calano.
Per i «ribelli», però, tra cui il cancelliere dello Scacchiere, BoJo dovrebbe accelerare le riaperture più di quanto non pare intenzionato a fare: quasi certamente a Londra non ci si potrà riunire per Pasqua. Berlino evoca la possibilità di «pochi contatti» nei Länder di residenza, in camping e aree picnic. Per la Perfida Albione, le misure dovrebbero proseguire fino a metà maggio. Merkel concede qualcosa, Bojo tira dritto.
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