Coronavirus

Speranza, stretta anti-contagi: "Test a chi arriva dalla Francia"

Metà Paese zona rossa, alt del ministro. Londra, gli esperti: "Rischiamo 50mila casi al giorno". Oggi discorso di Johnson

Speranza, stretta anti-contagi: "Test a chi arriva dalla Francia"

Restrizioni per i viaggiatori dalla Francia. Il Covid19 galoppa un po' in tutta Europa mentre l'Italia ancora riesce a tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus e il ministro della Salute, Roberto Speranza, impone da oggi il tampone obbligatorio per chi arriva da Parigi. L'annuncio con un post su Facebook dello stesso ministro che scrive «Ho firmato una nuova ordinanza che estende l'obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenienti da Parigi e altre aree della Francia con significativa circolazione del virus». Le aree interessate sono Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Ile-de-France, Nuova Aquitania, Occitania e anche Provenza-Alpi-Costa azzurra. Cade l'obbligo di isolamento per chi arriva dalla Bulgaria ma resta quello di dichiarare all'ingresso in Italia il proprio nome, recapito e motivo del viaggio. L'ingresso dalla Serbia è ammesso ma deve però essere motivato da assoluta necessità.

La situazione mondiale resta critica come evidenzia ancora una volta l'Organizzazione Mondiale della Sanità che esorta a «prepararci ora ad affrontare la prossima pandemia». Il primo obiettivo deve essere quello di «garantire un accesso equo a diagnosi, terapie e vaccini». Per sviluppare le dosi necessarie occorrono almeno 15 miliardi di dollari in modo da avere 2 miliardi di dosi entro la fine del prossimo anno.

Speranza si dice preoccupato per i dati europei e proprio perché «l'Italia oggi sta meglio di altri Paesi -insiste- serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora». Dunque ai controlli introdotti per Spagna, Croazia, Grecia e Malta si aggiunge la Francia che da giorni viaggia nell'ordine di oltre 10mila nuovi casi quotidiani.

Desta quindi perplessità l'allentamento delle misure restrittive nelle scuole deciso proprio ieri dall'Eliseo. In caso si riscontrino positivi fra gli studenti dovranno essere almeno 3 i contagiati per decidere di sospendere le lezioni. Nel caso si tratti di un singolo studente sarà l'unico a dover restare a casa, gli altri potranno continuare le attività scolastiche. Una scelta che avuto il parere positivo dell'Alto consiglio della Sanità alla luce del fatto i bambini sono a scarso rischio di forme gravi e poco attivi nella trasmissione del Covid-19.

Situazione di grave allarme anche in Gran Bretagna. Chris Whitty e Sir Patrick Vallance, i due più autorevoli consulenti scientifici del governo Johnson prefigurano un autunno disastroso per il Regno Unito che rischia di avere «49mila casi e 200 morti di coronavirus al giorno nel mese di ottobre se non ci saranno correzioni di rotta». Il paese, avvertono i due scienziati sta andando «nella direzione sbagliata». Un monito sia per il governo sia per la popolazione invitata a rispettare le restrizioni sui contatti sociali in tutte le aree del Paese. Vallance ha pure portato gli esempi di Francia e Spagna, dove i contagi sono tornati a crescere fra i ventenni per poi estendersi ad altre fasce di età e portare anche a una graduale ripresa dei decessi. La Gran Bretagna ha registrato finora 349 mila casi e quasi 42 mila decessi. Oggi il premier Boris Johnson presiederà la riunione del Cobra, Cabinet Office Briefing Rooms, la cabina di regia per le emergenze e poi riferirà alla Camera dei Comuni.

Se il «Regno Unito piange la Spagna non ride». Madrid si conferma epicentro della diffusione del virus che da ieri e per due settimane costringerà in un nuovo lockdown 850.000 abitanti della comunità autonoma della città. Si può uscire di casa per andare al lavoro, per recarsi in farmacia e per andare a scuola. La Spagna sta vivendo di fatto la seconda ondata con oltre 14.000 casi di contagio al giorno. Chiusi i parchi mentre negozi, bar e ristoranti devono limitare gli ingressi alla metà della normale capienza. Non si parla però di lockdown ma di riduzione della mobilità anche perchè Centinaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le nuove misure I casi in totale oltre 640.000.

E la crescita dei contagi nella Repubblica Ceca costringe alle dimissioni il ministro della Sanità, Adam Vojtech, travolto dalle critiche per la pessima gestione della seconda ondata dell'epidemia.

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