Coronavirus

V-Day, la frenata di Speranza: "Le zone rosse serviranno ancora"

Il ministro della Salute invita alla cautela: "La battaglia è lunga, dobbiamo resistere". Ancora mascherine e distanze: "Per altri mesi serviranno misure non farmacologiche"

V-Day, la frenata di Speranza: "Le zone rosse serviranno ancora"

Sono partite le prime vaccinazioni in Italia. Un "punto di svolta" lo definisce il governo, che punta a coinvolgere tra i 10 e i 15 milioni di persone verso la primavera inoltrata. "Abbiamo davanti mesi in cui l'unica arma a disposizione continueranno a essere le misure non farmacologiche, che non potremo dismettere", avvisa Roberto Speranza. Solamente così sarà possibile osservare effettivamente un effetto su Rt, ovvero l'indice di trasmissibilità: "È un momento da accogliere con gioia, ma dobbiamo essere consapevoli che non ne vedremo l'impatto epidemiologico ancora per un tempo significativo". Ecco perché teme che l'arrivo dell'antidoto al Coronavirus possa spingere gli italiani ad abbassare la guardia e a mollare la prudenza: serviranno ancora mascherine, igienizzazione e distanziamento.

L'esecutivo giallorosso ha deciso di limitare ulteriormente le libertà degli italiani durante le feste di Natale e comunque tengono a mettere subito le cose in chiaro: non è finita qui. A gennaio si tornerà a fare i conti con altre limitazioni alla socialità e divieti vari. Dopo l'Epifania infatti si adotterà nuovamente il sistema delle fasce colorate, che modulerà le restrizioni in base al contesto epidemiologico di ogni singola Regione: "Ha dimostrato di funzionare abbassando l'Rt da 1,7 a 0,82, senza bloccare tutto il Paese". Questo grazie al senso di responsabilità degli italiani, che "a ogni passaggio hanno sempre dimostrato di capire".

La campagna di vaccinazione

"È come se dopo una lunga notte, potessimo finalmente rivedere l'alba. Il mattino però - dobbiamo esserne consapevoli - è ancora lontano. Quest'anno è così, quest'anno bisogna resistere", ha dichiarato il ministro della Salute in un'intervista rilasciata a La Repubblica. Non macano i dubbi, le perplessità e le paura sul vaccino, ma Speranza ha invitato le istituzioni a rispondere con trasparenza portando le evidenze scientifiche del caso: "Senza insulti, senza scontri ideologici, senza trattare chi mostra perplessità come un troglodita".

Intanto dalla Pfizer sono arrivate 9750 dosi, distribuite a tutte le Regioni. Quello di oggi è da considerarsi un avvio simbolico: per la vera e propria campgna di vaccinazione ci vorrà tempo. "Tu vaccini una persona, dopo 3 settimane devi fare la seconda iniezione e dopo 7 o 10 giorni gli anticorpi saranno efficaci", ha spiegato il ministro. Dunque per immunizzare 10 milioni di persone serviranno 20 milioni di iniezioni. Per il 6 gennaio si attende il via libera anche al vaccino di Moderna: in tal caso ci consegneranno 1,3 milioni di dosi entro il primo trimestre 2021.

Ovviamente si punta ad accelerare, ma i tempi restano subordinati alle autorizzazioni e alla disponibilità delle aziende: "Da domani avremo da Pfizer 470mila dosi a settimana, dovremo correre seguendo l'ordine di priorità scelto: il personale sanitario, gli anziani nelle Rsa, le persone oltre gli 80 anni, poi quelle tra i 65 e gli 80". Per quanto riguarda l'obbligatorietà Speranza si è detto piuttosto scettico: "Tutta Europa ha scelto un'altra strada. I numeri che arrivano dalle Regioni sulle preadesioni del personale sanitario sono molto confortanti, in alcune aree superano il 95%". E ha promesso che la campagna di vaccinazione "non subirà rallentamenti" neanche di fronte a una terza ondata.

Infine ha colto l'occasione per annunciare un accordo con le Regioni per far tornare gli studenti delle superiori a scuola in presenza al 50% dal 7 gennaio: "Potenziando il contact tracing sul quale adesso la scuola avrà la priorità. Abbiamo tenuto aperto il primo ciclo anche in zona rossa, l'abbiamo tutelata il più possibile". Andrà comunque considerata la curva dei contagi: l'obiettivo è raggiungere i 50 casi ogni 100mila abitanti. Adesso ne abbiamo 150, mentre poche settimane fa eravamo a 450. Tuttavia negli ultimi 15 giorni l'Rt ha cominciato a risalire, da 0,82 a 0,86-0,90.

"Per questo bisogna tenere alta la guardia: proprio ora che il vaccino ci sta per portare fuori dall'incubo, non possiamo permetterci nessun errore", ha concluso Speranza.

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