Elezioni politiche 2022

"Spero arrivi al 3%". L'"endorsement" di Monti a Paragone

L’augurio dell’ex primo ministro a Italexit: “Spero che superi il 3 per cento, in Parlamento devono esserci tutte le voci presenti nel Paese”

"Spero arrivi al 3%". L'"endorsement" di Monti a Paragone

Mario Monti e l’endorsement che non ti aspetti. L’ex primo ministro, oggi senatore a vita, un po’ a sorpresa ha ammesso di sperare che Italexit superi il 3 per cento alle elezioni in programma tra cinque giorni. “Tutto si gioca sul 3 per cento”, l’analisi del settantanovenne ai microfoni di La7: “Il mio augurio è che Gianluigi Paragone superi il 3 per cento, anche perché in Senato la sua è una delle voci più forti, quasi sempre dissenziente dalla mia. Ma è bene che ci siano in Parlamento anche voci che sono nel Paese”.

Spesso nel mirino del leader di Italexit, Monti ha messo da parte le critiche ricevute nel corso degli anni e ha messo in risalto l’importanza dell’ingresso in Parlamento della truppa di Paragone:“Gli auguro di superare il 3 per cento e di entrare in Parlamento, ma mi auguro anche che l’Italia fra un po’ vada sotto il 3 per cento che Paragone ha tante volte criticato, sul rapporto deficit/Pil”.

Ma Paragone è stato citato anche in un altro passaggio, questa volta per lanciare una frecciatina ad alcune componenti del centrodestra. “È finita la pacchia per l’Europa”, ha evidenziato recentemente Giorgia Meloni, Monti ha rimarcato: “È interessante che Paragone sopravviva ed esista perché è la memoria storica. Lui dice oggi le cose che cinque-dieci anni fa dicevano molti di quelli che andranno al governo”.

Paragone/Italexit ma non solo. Nel corso del suo intervento a L’aria che tira, Monti ha posto l’accento sui meriti di Giuseppe Conte: “La Meloni non ha particolarmente stimato il governo Conte II, ma quel governo ha portato con il Next Generation EU più soldi per l’Italia rispetto agli altri Stati”. “La valanga di soldi non l’ha ottenuta Draghi, ma Conte”, ha proseguito, bacchettando il primo ministro uscente per aver rassegnato le dimissioni: “Credo che Draghi stia gestendo bene questa fase delicatissima pre-elettorale. Io gli rimprovero di avere contribuito a crearla.

Se lui non avesse dato le dimissioni il 14 luglio, il governo sarebbe ancora nella pienezza delle funzioni”.

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