"Spinsero la figlia al suicidio: carcere per i genitori"

La ragazza in un video: «Mi odiate, non piangerete». Il pm chiede 6 anni per il padre, 2 per la madre

"Spinsero la figlia al suicidio: carcere per i genitori"

La registrazione che nessun genitore vorrebbe ascoltare. Parole impietose che accusano. Che lasciano il segno. Come cicatrici nell'anima. «Mamma, papà, siete stati voi a spingermi a togliermi la vita». Un suicidio che risale a 4 anni fa, ma che ora ha trovato la «coda» più drammatica: l'incriminazione dei genitori per istigazione al suicidio. Lei si uccise a sedici anni gettandosi dal tetto della scuola, dopo aver lasciato un video che accusava i genitori. E il pm ha chiesto ora la loro condanna. Sei anni di carcere per il padre e due anni e mezzo per la madre: sono queste le pene che il sostituto procuratore di Forlì ha chiesto per i genitori della giovane di Fratta Terme che si tolse la vita il 17 giugno 2014 in un liceo di Forlì. Il suo suicidio è tornato a far discutere, quattro anni dopo, nelle aule del tribunale dove è in corso il processo. Colpa della famiglia? Sarà una sentenza a dirlo a breve, dopo le richieste dell'accusa. La ragazza lasciò sul tetto uno scritto e un lungo messaggio vocale nel telefonino dove lanciava pesanti accuse ai genitori, in modo particolare al padre, per averla maltrattata e vessata fino a portarla al gesto estremo. La Procura della Repubblica ha constatato il disagio psicologico della giovane secondo le accuse acuito dalle umiliazioni, dalle privazioni e dall'anaffettività della famiglia, favorendo l'isolamento dalle coetanee. Fino all'ultima provocazione, la sfida fatta dal padre alla figlia di mettere davvero in atto i propositi di suicidio. I genitori sono a processo per maltrattamenti fino alla morte e, solo il padre, per istigazione al suicidio. Il file, lungo un paio d'ore, fu girato con il telefonino fino a quando la batteria non si scaricò, poco prima del gesto estremo della ragazza. Oltre al filmato, sul tetto furono trovati diversi fogli di una lettera. La ragazza «accusa i genitori di averla odiata aggiungendo che, per questo, il suo suicidio a loro non dispiacerà tanto». È uno dei terribili passaggi del video. Dal disperato messaggio, mostrato per estratto in aula a porte chiuse, emerge disprezzo per i genitori e rimpianto per la vita interrotta.

Dal testo si ricava l'enorme malessere della giovane, come sottolineano anche i pm nell'atto di accusa. La ragazza ribadisce che i genitori non l'hanno mai capita, conosciuta, né accettata per quello che era e che la sua ultima volontà è quella di «lasciare un segno».

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